Insulti social ed energia pulita | Chi è Parisi, l’assessore ‘verde’ M5s

di

02 Novembre 2017, 18:52

5 min di lettura

PALERMO – L’addio definitivo all’era del carbone e l’apertura della strada che dovrebbe portare “all’indipendenza energetica della Sicilia”. Si muove su queste direttrici il credo di Angelo Parisi, l’assessore designato all’Energia da Giancarlo Cancelleri che guarda ai modelli della Danimarca e di El Hierro, l’isola delle Canarie che punta al raggiungimento dell’autosufficienza energetica attraverso gli impianti a energia pulita. Temi finiti però in secondo piano negli ultimi giorni: Parisi, ingegnere ambientale originario di Leonforte, in provincia di Enna, è finito nell’occhio del ciclone per i tweet di insulto, indirizzati da giornalisti e avversari politici, scoperti venerdì da Livesicilia. Tweet che, secondo quanto riporta oggi la Repubblica, in un passato lontano datato 2014, avrebbero preso di mira anche gli stessi grillini; “Questa votazione è una cazzata, il M5S finisce qui”, avrebbe scritto tre anni fa Parisi in riferimento alla votazione online per la collocazione del movimento nello scacchiere del Parlamento europeo.

Dopo lo scoppio del caso Parisi, che sabato è stato notato a Catania in occasione del comizio di Beppe Grillo in piazza Università, ha prima oscurato e poi chiuso il suo account Twitter. Stessa sorte anche per il profilo facebook, su cui erano comparse le scuse per i tweet scoperti venerdì. Dopo la giustificazione data a Livesicilia (“Frasi scritte quando ero un privato cittadino”), l’ordine da parte dello staff Comunicazione del movimento è stato chiaro: nessun contatto con la stampa. “Mi scuso, non sono un hater (odiatore, ndr) ma un cittadino che ha a cuore la democrazia e le istituzioni. Sono umano e ho sbagliato”, ha scritto Parisi su Facebook. E ancora: “Quel linguaggio e quei toni non mi appartengono e mi dispiace essere andato oltre i limiti in un momento in cui sono prevalse la rabbia e l’amarezza per i modi e i tempi con cui il Pd stava imponendo al Parlamento una nuova legge elettorale incostituzionale”. Soltanto degli sfoghi dettati da una rabbia momentanea, dunque, ma il ciclone mediatico abbattutosi sull’ingegnere ennese è stato grande ed ecco allora la decisione drastica della Comunicazione: via entrambi gli account social, scongiurando il pericolo che altri tweet vengano ripescati dal passato.

Il più scomodo per il movimento è quello che prendeva di mira il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato, padre della legge elettorale approvata pochi giorni fa dal Parlamento.  È il 17 ottobre e Rosato è ospite ‘di Martedì’, su La 7: difende la legge elettorale ma il suo intervento non piace a Parisi che twitta: “Rosato facciamo un patto, se questa legge sarà cassata dalla Consulta ti bruceremo vivo. Ok?”. Tra i tweet raccolti da Livesicilia anche quelli contenenti insulti ai giornalisti ospiti nelle trasmissioni e agli stessi conduttori: Massimo Giannini diventa così “un cretino che dimostra di non saper manco leggere”, mentre Giovanni Floris “un idiota”. Un “cretino” anche Francesco Giorgino, mentre Corrado Formigli viene etichettato come “un falso”. Parole pesanti ma che non fino al punto da convincere Cancelleri a cambiare strada: “Ha sbagliato e ha chiesto scusa – le parole del candidato governatore -. Angelo è una persona che ha le competenze e il curriculum per fare quello che gli ho chiesto di fare”.

Parisi fa parte del comitato scientifico del Cetri-Tires, una realtà che si rifà alle idee dell’economista ambientalista statunitense Jeremy Rifkin. Le idee dell’ingegnere ambientale di Leonforte, progettista di impianti fotovoltaici ed esperto di modelli economici innovativi per le fonti di energie rinnovabili, incontrano il Movimento cinque stelle grazie al deputato regionale Angela Foti. Parisi diventa il consulente con lo scopo di mettere a punto un vero e proprio piano energetico per la Sicilia. Un dossier denominato ‘Sicilian post carbon’ e descritto da Foti e Parisi in una diretta facebook di fine agosto da Acireale.

Articoli Correlati

L’obiettivo è quello di rendere l’Isola “libera dal petrolio” e all’avanguardia nell’energia derivante da fonti rinnovabili, che nei piani del movimento assorbiranno tutta la forza lavoro impiegata attualmente nel settore petrolifero e daranno vita a nuove opportunità di lavoro. Un sistema che partirà dalla suddivisione del territorio in diversi ambiti, al cui interno programmare e produrre energia pulita e rinnovabile. “Nell’arco dei prossimi 30 anni emanciperemo la Sicilia dall’utilizzo di fonti fossili”, le parole del deputato catanese. Il piano elaborato da Parisi vede un cambio di strategia nella produzione energetica, che nel modello grillino dovrà avvenire “il più vicino possibile ai luoghi in cui viene consumata”. Via libera dunque alla “efficienza e alla produzione in loco dell’energia”, ma “per liberare il territorio dalla dipendenza da fonti fossili e raggiungere l’indipendenza energetica – raccontava Parisi – bisogna anche investire in un sistema di trasporti efficiente”.

Il piano prevede anche l’incentivazione delle ristrutturazioni energetiche per il rilancio del settore edile: “Con l’efficientamento energetico stimiamo tremila posti di lavoro all’anno per trenta anni”, annunciava Parisi accanto a Foti. Quest’ultima rilanciava con il fotovoltaico: “Coprendo il 9% dei tetti siciliani garantiremo energia domestica per i siciliani”. Spazio anche all’idroelettrico, con sistemi di produzione di energia legati agli invasi sparsi per la Sicilia, e all’eolico di ultima generazione, “che con un minore numero di impianti porterebbe ad un aumento di energia prodotta”. Sulle pale che hanno ricoperto la Sicilia, l’idea del Movimento la esplicitava così Foti: “Bisognerà individuare quelle aree idonee e mettere a bando la produzione secondo degli standard in modo trasparente e accessibile”.

Sui rifiuti, invece, è stato lo stesso Parisi a illustrare le sue idee attraverso la nota del Movimento cinque stelle che ne ufficializzava la designazione ad assessore all’Energia: “Devono diventare una risorsa da sfruttare anche per creare nuovi posti di lavoro. E le discariche lentamente devono essere dismesse, fino a sparire completamente entro il 2050. Nel frattempo va messo in moto un circuito virtuoso che porti ad abbancare sempre meno rifiuti in discarica, attraverso una raccolta differenziata spinta, la progressiva messa al bando degli imballaggi e una legge che promuova il vuoto a rendere”.

Pubblicato il

02 Novembre 2017, 18:52

Condividi sui social