Emanuele nuovo direttore dell’Irfis

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10 Maggio 2012, 20:42

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Enzo Emanuele è il nuovo direttore generale dell’Irfis, la società recentemente trasformata in società finanziaria interamente in mano alla Regione dopo l’acquisizione della quota di capitale che era detenuta da Unicredit. La nomina di Emanuele, che si è contestualmente dimesso da presidente del Cda dell’Irfis, è stata decisa proprio dal governo regionale.

A dire il vero, la nomina dell’ex ragioniere generale, aveva in passato suscitato alcune polemiche. Addirittura un’interrogazione parlamentare, a firma Bernardo Mattarella, secondo cui la nomina di Emanuele, così come altre (quella, ad esempio, di Anna Rosa Corsello commissario di Multiservizi o quella di Gianluca Galati contemporaneamente dirigente esterno all’energia e presidente di Siciliacque), contraddiceva quanto deciso dallo stesso governo, con una delibera (la numero 5) dell’agosto del 2011, quella per intenderci, dei cosiddetti “tagli ai costi della politica”. Al punto 14, in particolare, si vietava “all’amministrazione regionale l’attribuzione di incarichi in consigli di amministrazione e/o organi di revisione e/o controllo ai Dirigenti generali ed al personale in quiescenza dell’Amministrazione regionale, nonché di istituti, aziende, agenzie, consorzi, organismi, fondazioni, società a totale o maggioritaria partecipazione della Regione, di enti regionali comunque denominati, sottoposti a tutela e vigilanza dell’Amministrazione regionale che usufruiscano di trasferimenti diretti da parte della stessa, se non a titolo gratuito”.

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Adesso il problema pare superato. Emanuele non fa più parte del Cda, ma ricopre il ruolo di direttore generale della società. Ma con un problema che scompare, eccone un altro all’orizzonte. In Finanziaria, infatti, il governo ha inserito una norma che stabilisce che l’indennità dei direttori generali delle società controllate dalla Regione “non può essere superiore al 50 per cento del trattamento economico percepito dai dirigenti generali dell’amministrazione regionale”. Per intenderci, non più di 125 mila euro l’anno. Al momento, questa norma è stata impugnata dal Commissario dello Stato. Ma il governo ha già annunciato battaglia su un’altra impugnativa, “annunciando” la riproposizione delle norme cassate del ddl sul mutuo. “E anche molte norme previste in Finanziaria – ha detto alcuni giorni fa lo stesso Lombardo – sono utili. Spero che l’Ars tolga il vincolo della promulgazione senza le parti impugnate per poterle pubblicare”. Insomma, non è escluso che quell’articolo che “abbatte” il tetto dei compensi per i dirigenti delle società regionali venga riproposto. Sarebbe un bel taglio per l’indennità del nuovo direttore generale Emanuele.

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10 Maggio 2012, 20:42

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