Emergenza discariche a Galermo |Giacalone: “Via i cassonetti”

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28 Aprile 2015, 16:35

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CATANIA – Un intero quartiere invaso dalla spazzatura. Un rione costellato di discariche a cielo aperto, alcune piene di rifiuti tossici o speciali. È San Giovanni Galermo, periferia nord della città. È qui che, stando alle denunce della quarta municipalità, abbandonerebbe i rifiuti gran parte della popolazione dei paesi etnei. Una piaga vera e propria, quella dei pendolari della spazzatura, che costa fior di euro alla cittadinanza – per via della maggiore quantità di rifiuti che arriva in discarica, e che neanche l’amministrazione sembra riuscire a debellare.

L’immondizia arriva a San Giovanni Galermo da tutti i paesi etnei, specialmente nella prima mattinata: questo ha confermato l’opera di monitoraggio svolta da esponenti della quarta municipalità nell’arco delle 24 ore, in diversi giorni e su più aree. Dai bidoni carrellati in via Allegria, alla discarica di via Villa Flaminia, una lunga consuetudine di noncuranza si manifesta nei soliti e continui accumuli. “Adesso, in via Badia, bruciano pure i cassonetti”, lamenta il vicepresidente Giuseppe Zingale. “Oltre all’impatto ambientale e a quello non certo meno importante sulla salute della popolazione, questo atteggiamento danneggia la ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti, che deve sostituire i cassonetti. A un costo di 600 euro l’uno.

Evidente, dunque, l’impatto sulle casse dei contribuenti. “Chiediamo quindi al Comune un incremento della videosorveglianza e più vigili urbani a sorvegliare le strade – continua Zingale – e ci appelliamo alla cittadinanza, affinché collabori con il Comune, segnalando gli illeciti”. Rincara la dose il presidente Giacalone: “E’ una battaglia per l’educazione civica, che dobbiamo combattere. Tra le varie iniziative, ci serviremo anche di alcuni ‘dissuasori d’inciviltà’. Esistono già i dissuasori di velocità; magari inventeremo una segnaletica volante a tema ambientale”. Giacalone, in accordo con la Ipi, la ditta che sio occupa di raccolta, e i funzionari del Comune, ha stabilito di eliminare del tutto i cassonetti in alcune vie, come la via Brescia, e avviare la raccolta porta a porta, proprio per evitare che tutti i paesi continuinon a conferire lì e per evitare gli incendi della spazzatura.

Ma le violazioni si registrano un po’ ovunque, complice anche la conformazione del quartiere, fino al 1927 Comune autonomo. E sono confermate anche dai residenti in via Adone. Qui, presso la rotonda, si trovano numerosi pannelli ondulati in eternit e un solo cassonetto generico, semivuoto. In compenso, nel vallone sottostante, giacciono elettrodomestici, sanitari e inerti edili. Poco distante, un baule di legno –pieno di altri scarti – copre un tombino aperto: il coperchio originale è sparito almeno un anno fa. Sono attivi, da venerdì 24 aprile, presidi appositi nelle zone più maltrattate: vi prendono parte alcuni dipendenti comunali abilitati a elevare contravvenzioni, insieme agli stessi membri del consiglio. Il risultato vuol essere simile a quello delle “task force” da alcuni anni attive in diverse città italiane.

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L’assessore all’ambiente, Rosario D’Agata, però, risponde mostrando parte dei provvedimenti emessi per questo motivo. Una media di dieci multe al giorno. ”Procediamo con ricognizioni e periodici interventi di sgombero delle aree adibite a microdiscarica – afferma. Ogni mese vengono elevate circa trecento contravvenzioni relative al cattivo smaltimento dell’immondizia: le motivazioni vanno dall’abbandono di rifiuti speciali all’inosservanza degli orari stabiliti per depositarli”.

Ma è in via Villa Flaminia il lato più vistoso del problema: lungo circa duecento metri di altri rifiuti speciali e organici in piena fermentazione. Qui, per ragioni di confine, la questione si divide tra Catania e Misterbianco. Dal Comune etneo, risponde l’assessore Angela Vecchio, concorde sulla linea delle sanzioni: “L’ufficio Ecologia sta disponendo gli atti amministrativi per conferire l’incarico di smaltimento dei rifiuti speciali; bonificata la discarica, s’intende proteggere i bordi della strada con una barriera di cemento analoga a quella del lato opposto. Servirebbe una più stretta collaborazione col comune di Catania”. Quanto al versante catanese, terreno privato, il comune ha richiesto ai proprietari di provvedere alla recinzione e sembra che la ripulitura sia già in corso.

 

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28 Aprile 2015, 16:35

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