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Ex Tabella H, pochi soldi agli enti: tutti i numeri e gli esclusi

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12 Novembre 2021, 05:19

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PALERMO – Amaro in bocca, che resta, alla tavola della striminzita ex Tabella H, asciutta o quasi. E poi enti “privilegiati” ad alta priorità, enti esclusi. E surplus di richieste bocciate nell’ultima ripartizione, nel settore dei Beni culturali (vertiginosamente, oltre 7 milioni in più) e in quello della Famiglia (abissalmente, circa dieci volte il plafond e poco meno della metà dei 35 milioni di somme richieste in totale) ove le istanze hanno superato l’inflessibile 30% la misura di finanziamenti massimi a ogni dipartimento. Delusioni in progress, in attesa che il draconiano riparto, adesso fissato in delibera di giunta, dei contributi della ex Tabella H, arrivi in Aula dentro i documenti finanziari. Che facesse rumore, lo scroscio della scarsissima dotazione per enti, centri, associazioni a fronte delle richieste, di sei volte maggiori al plafond di sei milioni di euro, era atteso. Ma ora il “Fondo destinato al finanziamento dei contributi in favore di soggetti beneficiari di un sostegno economico” a valere sull’esercizio 2021, tiene fede al proprio nome solo per il suffisso: ex. Inizia infatti la grandinata dei numeri, spuntano noi e ragioni sociali della ressa annunciata. E, quel che conta, il timbro della giunta ai magri riparti della dotazione finanziaria. Ecco la legenda per comprendere le assegnazioni e le successive integrazioni: dei sei milioni disponibili, in prima battuta erano stati assegnati ai singoli dipartimenti 4 milioni 910 mila 151 euro e 83 centesimi; poi una prima integrazione di 1 milione 89 mila 848 euro e 17 centesimi, e una seconda di 263 mila 191 euro e 87 centesimi.

I fondi, settore per settore

Assume sembianze dettagliate l’abisso fra i 35 milioni 74 mila e 78 euro delle istanze iniziali, e gli inflessibili sei milioni del Fondo. Nel settore Agricoltura erano stati richiesti 2 milioni 46 mila 506 euro e 88 centesimi, diventati dopo la doppia integrazione della misura inizialmente riconosciuta, 531 mila euro come plafond totale. Ai Beni culturali, cui erano pervenute richieste per 8 milioni 931 mila euro, ridotti a un sesto esatto del budget totale, cioè 1 milione e 800 mila euro. Stesso discorso, ma sforamento ancora più vistoso, per il dipartimento della Famiglia, originariamente subissato con domande per ben 16,9 milioni, scremati gradualmente fino al tetto massimo di 1,8. I 46 mila euro delle Infrastrutture sono diventati 11 mila 900 euro scarsi, i 6 milioni 237 mila euro degli enti dell’Istruzione 1,6 milioni. Alla fine della catena di montaggio che ha visto esprimersi sulle istanze le singole commissioni di dipartimento, poi la Ragioneria generale per essere infine recepite dalla giunta, i soldi disponibili per ciascun dipartimento saranno, nelle intenzioni dell’esecutivo, così distribuiti. Alle Attività sanitarie sono stati riservati 163 mila euro, a fronte di istanze per 628 mila e 500. Il Turismo, con richieste per 250 mila euro meno qualche centesimo, sono stati riconosciuti 64 mila 858 euro. Infine, alle domande dello Sviluppo rurale, che valevano 41 mila e 500 euro, dovrebbero andare meno di 11 mila euro. Fa sei milioni. E basta.

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Beni culturali e alta priorità

Iniziando dai Beni culturali, emergono analiticamente i dettagli del grande sforamento (proposti contributi per 8 milioni 893 mila 121 e 4 centesimi) rispetto al plafond fissato in 1 milione e 800 mila euro. Qui c’è paradiso – si fa per dire – limbo e inferno: alta priorità, senza priorità ed esclusi. Gli enti ad alta priorità: Fondazione Whitaker, la cui richiesta di 1 milione 5 mila e 546 euro era stata vidimata in proposta; Officina di Studi Medievali, proposta di 450 mila euro; Centro nazionale di studi pirandelliani, 15 mila euro; Museo Pasqualino, 1 milione 23 mila euro; Centro studi filologici e linguistici, 240 mila euro ridotti in proposta a quasi 200 mila; Facoltà teologica, 150 mila euro; Fondazione Piccolo, 650 mila euro; Fondazione Sciascia, 300 mila euro; Fondazione Buttitta, 314 mila e 300 euro ridotti in proposta esitata dalla commissione a 272 mila; Istituto siciliano di studi bizantini ed ellenici, 156 mila euro; Centro Pio La Torre, 258 mila euro; Fondazione Mandralisca, 600 mila euro; Isspe, 132 mila euro; Centro studi Rossitto, 75 mila euro; Istituto Gramsci, 350 mila euro; Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, 68,6 mia euro; Fondazione Costa, 67,7 mila euro, istituto internazionale del papiro,328 mila euro; Amenesty International, 40,4 mila euro; Fondazione Falcone, %13 mila euro; Centro studi Cesare Terranova, 30 mila euro; Istituto di storia antica Enrico Manni, 30 mila euro; Museo etnostorico Cassata, 37 mila euro; Amici della musica di Cefalù, 50 mila euro; Centro studi Pasolini, 50 mila euro. Al netto delle cifre all’ingrosso, fanno da soli 7 milioni 5 mila 260 euro e 39 centesimi, lasciando, quasi 2 milioni rimanenti nel libro dei sogni delle associazioni culturali a quelle senza bollino di priorità: Fondazione TRicoli (297 mila), Teatro Ditirammu (28 mila), Fondazione Guarino Amelia (quasi 82 mila), Salvare Palermo (35,5 mila), Zabut (15 mila), Zo (120 mila), Kleis (30 mila), Carlo Magno (30 mila), Udi Palermo (quasi 39 mila), Don Orione (10 mila), Curva Minore (120 mila), Centro evangelico Bonelli (8,5 mila), Kandinskij (30 mila), Ecu (132,7), Scarlatti (176 mila), Dietro le quinte (92 mila), Museo Guttuso (100 mila), Officina Socialmeccanica (12 mila), Endas Agrigento (96 mila), Darshan (100 mila), Kerkent Eventi (50 mila), Aegusea (25 mila), Pro Loco Sciacca Terme (36 mila), Centro di etnostoria Rigoli (52 mila), Progetto Eventi (90 mila), Fondazione Teatro Luigi Pirandello (80 mila), Parrocchia Santa Maria dell’Alto (39,5 a proposti a fronte di una richiesta di 60 mila euro). Totale: 1 milione 925 mila 870 euro e 65 centesimi.

Gli esclusi della cultura

Fuori dai giochi ancora prima che inizi la partita, le associazioni Segnali e Carosello. Mancano, in motivazione, i curricula del vicepresidente e del segretario.

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12 Novembre 2021, 05:19

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