CATANIA. Un “photomob” per sollecitare le autorità a dare loro un futuro, così giovani medici di tutta Italia si sono fatti promotori degli hashtag #medicisenzafuturo #curatevidichivicura perché “in periodo di crisi i tagli possono starci – spiega Dino D’Agati, coordinatore comitato aspiranti specializzandi SIGM segretariato Italiano Giovani Medici Catania – ma stanno tagliando quello che tra qualche anno sarà il necessario non il superfluo”.
I TAGLI. A fronte delle numerose immatricolazioni in Medicina i contratti di formazione specialistica non riescono a coprire i numero dei laureati. Oltre 6.000 medici ogni anno vivono sulla propria pelle l’impossibilità di diventare specialisti completando l’iter formativo tanto inseguito e sudato. Per il 2014, su tutto il territorio nazionale, erogate ancor meno borse di studio rispetto alle già scarse 4.500 del 2013, da qui il disagio degli aspiranti medici impossibilitati sempre più a costruirsi un futuro.
“Senza borse di specializzazione non possiamo fare nulla se non guardie mediche e sostituzioni di medici generici – prosegue D’Agati – ma il problema più importante è che senza medici specializzati e quindi medici che possono partecipare a concorsi per strutture sanitarie pubbliche o private non ci sarà il turnover generazionale”. Una situazione critica per il futuro del nostro Paese. “Molti colleghi neolaureati alla Facoltà di Catania sono stati quasi obbligati a seguire altre strade fuori dai confini nazionali per non avere un futuro da disoccupati qui” spiega una studentessa catanese.
Così attraverso i social network studenti di tutto lo stivale si stanno riunendo per far sentire all’unisono, cartelli in mano, le loro richieste. “Lo scorso 16 aprile una delegazione composta da rappresentanti delle Sedi SIGM di Catania, Messina, Palermo e Reggio Calabria è stata ricevuta in audizione sul tema della “Copertura dei contratti di formazione nelle Scuole di specializzazione” presso la VI Commissione – Servizi Sociali e Sanitari dell’ARS. – spiegano dal segretariato Italiano Giovani Medici Sigm Catania – Contemporaneamente giovani medici, specializzandi non medici di area sanitaria e studenti siciliani manifestavano in piazza”.
Quali le vostre richieste? “Abbiamo chiesto il reperimento di risorse per garantire la regolarizzazione della corresponsione degli stipendi da parte delle Università ai medici specializzandi titolari di contratto a finanziamento regionale, ma anche il reperimento di risorse per mettere a concorso contratti aggiuntivi regionali per gli aspiranti specializzandi e soprattutto maggiori risorse destinate alla valorizzazione degli specializzandi proprio attraverso il finanziamento di borse di studio”.
Quali le risposte ottenute? “Il Direttore Generale dell’Assessorato alla Salute ha risposto che nel futuro prossimo alcune somme derivate dal risparmio di spesa relativo al Servizio Sanitario Regionale diventerebbero disponibili e utilizzabili entro il luglio 2014. Con l’utilizzo di tali finanziamenti, unitamente al ricorso ai Fondi Sociali Europei, si potrebbe mettere finalmente un punto a questa annosa vicenda. Ad oggi però molti nodi restano irrisolti come il mancato ricorso all’utilizzo del Fondo Sociale Europeo o la mancanza assoluta di notizie circa la destinazione dei FSE in relazione ai fondi residui della Programmazione 2007/2013, che dovranno essere spesi entro il 2015”. Disastrosa anche la situazione dei corsisti siciliani in Medicina generale, retribuiti ogni 6 mesi “unico esempio di borsa di studio tassata – denunciano dal segretariato – i medici di famiglia che sostituiscono li pagano 50euro anziché il 70% del loro guadagno giornaliero come da ACN accordo collettivo nazionale, e poi non godono di malattie né maternità”.
“In quest’ottica – proseguono i giovani studenti in Medicina a Catania – assistiamo sorpresi allo stanziamento di 400 milioni di euro in dieci anni ai policlinici universitari privati, 60 milioni per il solo 2014, quando invece per le borse di specializzazione servirebbero 100 milioni di euro. A Catania l’età media dei medici nei reparti ha tra i 50 e i 65 anni, lo si può vedere in qualsiasi reparto – conclude Dino D’Agati – Si arriverà ad avere pochi medici rispetto all’utenza della popolazione, la vostra vita sta nelle nostre mani!”
Tra le ultimissime novitàl’iniziativa #SvoltiAMOlaSanità. “L’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) rivolge un appello a tutte le associazioni e sigle di categoria, di medici e non medici, di studenti in medicina ad unire le forze ed a condurre una battaglia di civiltà e di cambiamento. Per non essere #medicisenzafuturo, per non essere professionisti di una #sanitàsenzafuturo, per fermare la “cacciata” delle giovani generazioni all’estero, per “Cambiare il Paese, senza cambiare Paese”.