TRAPANI – Sette egiziani, presunti scafisti, sono stati arrestati a Trapani. Il provvedimento è stato disposto dal gip Caterina Brignone su richiesta del pm Antonio Sgarrella, a conclusione di indagini condotte da polizia e guardia di finanza. A indicare gli scafisti alcuni migranti che giovedì verranno sentiti dal gip nell’udienza di incidente probatorio fissata proprio per raccogliere le loro testimonianze.
I sette scafisti avrebbero condotto due imbarcazioni , soccorse dalla nave olandese Van Amstel del dispositivo Frontex – la scorsa settimana. In totale furono 442 le persone condotte nel porto trapanese, recuperate in due interventi differenti: 197 a settantacinque miglia da Creta; 244 ad ottanta miglia a sud-est dalla Grecia. A bordo di quest’ultima viaggiava la 27enne eritrea che ha partorito la piccola Ghelila che – assieme alla madre – è stata trasferita al policlinico Gemelli di Roma a causa di una grave malattia ad un occhio. Gli agenti hanno sequestrato alcune armi bianche (bastoni e coltelli) che sarebbero state utilizzate dagli scafisti per gestire l’ordine e razionare cibi e bevande a bordo dell’imbarcazione. I sette presunti scafisti sono tutti di nazionalità egiziana, tra i 18 ed i 30 anni, adesso sono reclusi nel carcere San Giuliano. Ognuno dei passeggeri avrebbe pagato dai 2.200 ai 2.400 euro e avrebbero viaggiato per circa 10 giorni prima del soccorso.
*Aggiornamento ore 12.23
Ed Emergono altri particolari a proposito del salvataggio dei 442 migranti, in due distinte operazioni condotte al largo delle coste della Grecia e dell’isola di Creta, dalle navi del dispositivo Frontex, e giunti nel porto di Trapani a bordo della nave olandese Van Amstel. I sette scafisti arrestati, sei egiziani ed un siriano, durante il viaggio condotto su due distinti barconi battenti bandiera egiziana, hanno preteso dai loro passeggeri ulteriori somme di denaro, oltre ai 2400 euro che ognuno aveva pagato prima di imbarcarsi da un porto dell’Egitto, sotto la minaccia di essere gettati in mare e lasciati così morire. I loro racconti sono stati raccolti all’interno dell’Hot Spot di Trapani, dai poliziotti della Squadra Mobile e dai finanzieri del nucleo navale. Gli scafisti da veri e propri aguzzini avrebbero minacciato i migranti armati di bastoni e coltelli che sono stati trovati al momento del soccorso in mare nascosti sui barconi dove erano stipati i migranti. I 442 profughi sono di prevalente nazionalità somala, sudanese, eritrea, siriana, yemenita, etiope, palestinese egiziana, camerunense e congolese. Hanno affrontato un viaggio durato dieci giorni, cominciato da un porto dell’Egitto. I migranti hanno indicato gli scafisti ai poliziotti ed ai finanzieri e così sono scattati gli arresti su ordine del gip Brignone a conclusione delle indagini coordinate dal pm Sgarrella. A finire in carcere sono stati gli egiziani Ibrahim Shahada Hussein, Said Ali Hassan Sammar, Mouhamad Darwiche, Mohamed El Fiki, Karim Marouane, Mahmoud anani Al Qanaf e il siriano Alì Abdelrahman Saber.