‘Firme false’, chieste le condanne | Coinvolti ex deputati e attivisti

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29 Ottobre 2019, 14:19

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PALERMO – Parlarono di una montatura politica, di un complotto, ma il pubblico ministero Claudia Ferrari ha chiesto la condanna per tutti i grillini coinvolti nel processo sulle “firme false” in occasione delle elezioni comunali di Palermo del 2012. Due anni ciascuno di carcere sono stati chiesti per gli ex deputati nazionali Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita costretti, dopo la sospensione dei probiviri, a passare dal M5S al Gruppo Misto alla Camera.

Un anno e se mesi è la richiesta per l’ex parlamentare regionale Claudia La Rocca e due anni per Giorgio Ciaccio, pure lui ex deputato all’Ars, autosospesi dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia dalla Procura. Entrambi, per prima La Rocca andando spontaneamente dai pm, ammisero la falsificazione delle firme per la presentazione delle candidature. Due anni è la richiesta di condanna anche per Samanta Busalacchi, Pietro Salvino, Riccardo Ricciardi, Giuseppe Ippolito, Stefano Paradiso, Toni Ferrara e Alice Pantaleone. Due anni e tre mesi – dunque le richieste di condanna più pesanti – per l’ex esponente del movimento, l’avvocato Francesco Menallo, e per il cancelliere del tribunale di Palermo Giovanni Scarpello che autenticò le firme.

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Le accuse sono falso e violazione della legge regionale che ha recepito il Testo Unico in materia di elezioni negli enti locali. Reati che si prescriveranno il prossimo febbraio. Nuti, ex capogruppo alla Camera, nel 2012 era candidato a sindaco di Palermo. La notte del 3 aprile del 2012, quando, accorgendosi di un vizio formale nelle generalità di un firmatario, si decise di correggere l’errore e di ricopiare dalle originali tutte le firme avute fino ad allora. Si temeva di non fare più in tempo a raccogliere le sottoscrizioni necessarie, per legge, per presentare la lista. Adesso la parola passa agli avvocati delle difese. Poi la sentenza del riduce Salvatore Flaccovio.

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29 Ottobre 2019, 14:19

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