Formazione, ecco i 130 milioni| Ma gli enti: "Costretti licenziare" - Live Sicilia

Formazione, ecco i 130 milioni| Ma gli enti: “Costretti licenziare”

Le somme annunciate ieri dal governatore sono disponibili in ragioneria. Serviranno per pagare un po' di arretrati (anche di Eas e Ersu). Ma restano i dubbi dei titolari dei centri di formazione: le nuove regole costringerebbero a licenziare il 10% dei dipendenti. L'assessore convoca enti e sindacati.

Il caos dei corsi
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PALERMO – I soldi ci sono. E i mandati di pagamento stanno per partire. Quei 130 milioni serviranno per pagare molti degli arretrati dei dipendenti della Formazione professionale. Serviranno per garantire vecchi stipendi dell’Obbligo formativo, e quelli in attesa da mesi per i dipendenti dei corsi. Ma non solo. Il “tesoretto” consentirà anche di garantire, per una cifra residuale di pochi milioni, alcuni arretrati per dipendenti di Eas ed Ersu. Il governo sarebbe riuscito ad allentare i vincoli del patto di stabilità, consentendo l’utilizzo di quelle somme. La notizia è buona, insomma. Ma gli enti di Formazione rilanciano: “Le nuove regole dell’Avviso 20 ci obbligheranno a licenziare almeno il 10 per cento del personale”. Circa ottocento persone, insomma. Non c’è mai pace.

Nonostante ieri, a margine della lunga marcia dei lavoratori della Formazione, fossero arrivate le rassicurazioni, al termine di un lungo incontro tra il governatore Crocetta, gli assessori Scilabra e Bruno, il dirigente generale Silvia e i rappresentanti dei dipendenti. “Domani sbloccheremo 130 milioni” ha detto il governatore. E oggi quei soldi sono stati “accettati” dalla ragioneria. Adesso, però, bisognerà passare ai mandati di pagamento. A quel punto, potranno essere saldati un po’ di arretrati. Ma poi?

Poi bisognerà pensare alla terza annualità dell’Avviso 20. Ieri, infatti, uno dei motivi scatenati la “marcia” dei lavoratori era relativo al ritardo nell’emanazione della direttiva attuativa della terza annualità dell’Avviso 20. Si tratta, giusto per intenderci, dell’atto che consentirebbe di rendere “efficace” una delibera di giunta che fissava alcuni elementi-chiave del nuovo anno di corsi. Quella direttiva ancora non c’è. “Ma sarà pronta entro mercoledì” fanno sapere anche oggi dall’assessorato della Formazione.

Ma il ritardo nell’emanazione della direttiva avrebbe una motivazione specifica. Mentre l’assessore Scilabra accenna a tempi tecnici necessari perché il nuovo dirigente generale Gianni Silvia, insediatosi da poco, possa verificare tutto con attenzione, non mancherebbero i dubbi soprattutto su due delle novità introdotte dal governo Crocetta in vista della nuova annualità: l’abbassamento del parametro orario da 129 a 117 euro (fatto che si traduce, ovviamente, in una riduzione dei finanziamenti complessivi) e la scelta di cancellare le indennità rivolte agl allievi dei corsi.

Su questi due punti, in effetti, in assessorato sarebbe in corso un confronto. I dubbi sarebbero legati alla modifica in corso di quei parametri dell’Avviso 20, che va considerato come una lex specialis. Un bando che utilizza fondi europei e che non potrebbe essere modificato. E, se per la modifica del parametro (in pratica è il “prezzo” pagato agli enti per ogni ora di formazione), l’assessorato si fa forte dell’adeguamento di quei costi ai parametri europei, qualche incertezza in più c’è sulla indennità di corso. Su questi due punti stanno per partire anche degli esposti da parte degli enti. Denunce che rischiano di complicare ulteriormente il quadro.

L’abbassamento del parametro, intanto, potrebbe comunque avere effetti immediati e negativi per i dipendenti. “Se la direttiva del dirigente generale – spiega ad esempio il presidente di Forma Sicilia Paolo Genco – confermerà l’abbassamento del parametro, noi saremo comunque costretti a licenziare almeno il 10% dei lavoratori”. Circa ottocento persone in tutto il settore, quindi. “Noi chiediamo – aggiunge il rappresentante degli enti – che il governo sblocchi anche gli acconti del 20 per cento della prima annualità dell’Avviso 20 e del 25% della seconda annualità, magari attraverso la presentazione di una polizza fidejussoria. Solo in quel caso riusciremmo a garantire tutti”. Servirebbero, insomma, un’altra ottantina di milioni.

I rappresentanti deli enti oggi pomeriggio incontreranno nuovamente il governo. “In attesa dell’incontro dell’incontro previsto per le 18.30 tra le associazioni gli enti, – dice il presidente di Anfop Joseph Zambito – esprimiamo serie perplessità sulle dichiarazioni rassicuranti, se così si possono considerare, poichè in attesa di una specifica direttiva per l’avvio della terza annualità con un decreto di impegno di spesa, riteniamo non reali il pagamento immediato dei mandati a valere dei nuovi corsi. Intanto chiediamo – aggiunge – che subito e urgentemente venga emesso un atto di indirizzo amministrativo che impegni il governo e consenta agli enti di considerare l’eleggibilità della spesa a partire dal primo ottobre. Inoltre va immediatamente considerata la vicenda della mancata previsione di nessuna indennità degli allievi, che violerebbe i principi previsti dal fondo sociale europeo e del Minsitero del lavoro, che individua i beneficiari finali bei corsisti. Inoltre – conclude Zambito – c’è un tentativo strumentale e un preciso disegno di strozzare gli enti, mediante visite ispettive per l’avvio di diffide accertative. Come possono gli enti di formazione garantire gli stipendi al 100% anche per gli anni pregressi se non hanno ricevuto i saldi?”

Intanto i lavoratori guardano agli annunci del governatore con speranza, ma anche con una certa cautela. E dopo la marcia di ieri, annunciano un nuovo sit-in in Piazza indipendenza per lunedì pomeriggio. “Abbiamo assistito – spiega Alessandro Lazzano, uno dei componenti del comitato organizzatore della marcia di ieri – all’ennesima elencazione di impegni precisi da parte del governo che fanno seguito ad altri numerosi proclami fino ad oggi rimasti lettera morta. Ma questa volta – agginuge – la scadenza temporale è precisa e quindi rende facilmente verificabile la bontà degli stessi. Lunedì 6 ottobre essendoci aggiornati col presidente per la verifica della posizione del Ciapi di Priolo circa l’avvio dei progetti Prometeo e Youth guarantee avremo già la possibilità di verificare la effettiva attuazione delle ennesime promesse, lo stesso dicasi per l’emissione delle direttive della terza annualità dell’Avviso 20 previste per mercoledì 8 ottobre. Pertanto, – conclude Lazzano – i lavoratori presenti alla partecipata manifestazione e la delegazione che ha incontrato il governo regionale mantengono alto lo stato di attenzione sui precisi impegni assunti e sono pronti a scendere nuovamente in piazza per manifestare con ancora più forza, se necessario, affinché tutti gli impegni presi dal governo siano mantenuti”.

 


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