Franco Battiato a Palermo | tra rimandi e suggestioni

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26 Marzo 2009, 09:27

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“Un’analisi lucida e a tratti impietosa di una terra che ancora oggi si dibatte tra ansia di Europa e un desiderio d’Africa”. Questa l’emblematica frase scritta nel retro di copertina del libro Franco Battiato – La Sicilia che profuma d’oriente (Flaccovio editore, 84 pagine, 10 euro).

In occasione del nuovo progetto editoriale Franco Battiato, il celebre cantautore, regista, pittore e scrittore siciliano ha salutato i suoi fans, davvero di tutte le età, alla libreria Flaccovio di Via Ruggero Settimo. L’artista si è trovato a Palermo per una data speciale della sua tournée, presso il Teatro Massimo, al fine di sostenere il Fondo per l’Ambiente Italiano nella sua opera di tutela e valorizzazione dell’arte e della natura italiane (il ricavato dei biglietti servirà per il Giardino della Kolymbetra nella Valle dei Templi ad Agrigento). La sua, una performance dedicata all’ultima fatica di nome “Fleurs 2”, il terzo album, in realtà, di una serie dedicata al recupero di canzoni del passato. Una raccolta di 12 titoli, alla cui registrazione ha partecipato la sezione d’archi dalla Royal Philharmonic Orchestra di Londra. Undici omaggi musicali, da Il venait d’avoir 18 ans (Dalida) a Sittin’ on the dock of the bay (Otis Redding) fino al sentito omaggio all’amica Giuni Russo, interprete di tanti suoi brani, con il rinnovato arrangiamento de L’Addio.

Inaspettata la collaborazione con Anthony and The Johnsons nel brano Frankstein, tradotto in italiano dallo stesso Battiato con il titolo Del suo veloce volo.

In più, un brano inedito, in duetto con Carmen Consoli Tutto l’universo obbedisce all’amore.

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Il libro Franco Battiato – La Sicilia che profuma d’oriente è una sorta di conversazione tra l’artista catanese e il nisseno Michele Falzone, giornalista, saggista, romanziere e studioso dei problemi del Mezzogiorno. Dunque, ecco a confronto, la Sicilia costiera di Battiato e quella dell’entroterra dello scrittore. Quest’ultimo svela la sua percezione dell’artista “Battiato è ciò che pensa e dice attraverso la sua arte, nella quale è evidente l’impronta di una ricerca costante di perfezionamento, di conoscenza, di assoluto. (…) Egli riesce sempre a ritrovare il suo intimo “Oceano di silenzio”, nonché il sentiero che porta alla sua vera essenza.” Nonostante il trambusto della vita attorno, il musicista cerca e trova la sua quiete interiore. “Dov’è finito il senso sacro della vita?” – pare domandarsi. Michele Falsone tratteggia un ritratto del cantautore catanese attraverso le sue arti:

“La musica di Battiato, ridondante di atmosfere mistiche e orientaleggianti; la sua pittura, nella quale convivono contaminazioni culturali e spiritualità universali; la sua filosofia, sempre alla ricerca di un’alba dentro l’imbrunire.”

Al poliedrico artista è dato anche modo di raccontarsi: “Credo di essere vicino, come spirito e mentalità, a certi compositori del passato. Mi sento, quindi, prestato alla musica pop e all’esibizione.”

Sullo sfondo, in un’alternanza di ricordi e nostalgie, la Sicilia, la Sicilianità, i Siciliani. Si citano Falcone e Borsellino a modelli positivi e i sanguinari boss di Cosa nostra come contraltare. Si parla anche della funzione sociale dell’arte… “Non posso non avvertire nella musica la presenza di un ordine superiore – afferma Franco Battiato – di un’intelligenza”.

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26 Marzo 2009, 09:27

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