29 Giugno 2020, 07:23
2 min di lettura
PALERMO – Dipendenti Rap, titolari di pompe di benzina, piccoli operai e autotrasportatori. Ecco chi sono gli indagati per i furti di carburante ai danni della Rap.
In carcere finiscono Ciro Aurelio, 55 anni, Giovanni Calò, 53 anni, Giuseppe Cocuzza, 56 anni, Marco Corona, 47 anni, Rosario Di Maggio, 62 anni, Francesco e Gaspare Inzerillo, di 29 e 36 anni, Francesco Lopitale, 60 anni, Salvatore Lullo, 38 anni, Fausto Mangano, 53 anni, Alessandro Milazzo, 48 anni, Benedetto Scariano, 54 anni, Piero Giorgio Schirò, 48 anni. Clicca qui per guardare le foto degli arrestati
Arresti domiciliari per Giovanni Ammirata, 59 anni, Alberto Bologna, 37 anni, Vincenzo D’Aleo, 46 anni, Cristoforo Di Caccamo, 38 anni, Filippo Martelli, 36 anni, Giovanni Puglisi, 23 anni, Pietro Riggio, 41 anni, Giovanni Spatola, 59 anni.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria tre volte alla settimana per Calogero Di Maggio, 34 anni, Francesco Di Maggio, 52 anni, Alessio Grifo, 33 anni, Francesco Lo Cicero, 53 anni.
Il capo dell’associazione a delinquere sarebbe stato Giovanni Calò, dipendente Rap, con la funzione di addetto al movimento terra. Era lui che riforniva i mezzi pesanti e gli autocompattatori con un’autobotte.
Ai suoi ordini avrebbero risposto gli altri dipendenti Rap e cioè Milazzo, Lopitale, Cocuzza e Ammirata. Si sarebbero alternati nei compiti: a volte avrebbero rubato il carburante riempiendo le taniche, altre volte facevano da vedetta, oppure piazzavano un mezzo pesante per coprire le operazioni illecite.
Il carburante veniva trasportato con mezzi privati oppure con i pick up aziendalia fino a casa di Milazzo. A volte erano Francesco Inzerillo e il fratello Gaspare, gestori di un distributore in via Leonardo da Vinci, a prelevare il gasolio a Bellolampo e a trasportarlo nella propria attività. Successivamente a loro sarebbe subentrato Schirò.
Con un ruolo subalterno sono finiti sotto inchiesta coloro che, come scrive il giudice per le indagini preliminari, avrebbero fatto parte della manovalanza di Calò e cioè Aurelio, Corona, Mangano, Di Maggio, Lullo, pure loro dipendenti della spa.
Infine c’erano gli acquirenti del carburante, oltre agli Inzerillo, avrebbero acquistato la benzina sotto costo anche Caccamo, Martelli, Grifo, Bologna e Puglisi.
Il carburante trasportato da Inzerillo sarebbe stato custodito da D’Aleo, titolare di un autolavaggio nella zona di corso Calatafimi.
L’anno scorso Calò (fermato su un autocompattatore all’esterno di Bellolampo) con 1.700 euro in contanti e un block notes con cifre e appunti) Schirò, Lullo e Corona furono ritenuti responsabili di un furto di 820 litri di carburante. Ora è emerso che non si trattò di un caso isolato.
Pubblicato il
29 Giugno 2020, 07:23