“Vattinni o ti ammazzo”| Il furto, la fuga, l'assoluzione - Live Sicilia

“Vattinni o ti ammazzo”| Il furto, la fuga, l’assoluzione

Il Tribunale di Palermo

Il riconoscimento vacilla. Assolto l'imputato. L'auto si schiantò contro il muro

PALERMO – “Vattinni o ti ammazzo”, urlavano mentre schiacciavano il piede sull’acceleratore della Bmw 318 appena rubata per sfuggire ai poliziotti che li stavano inseguendo.

Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a un anno e cinque mesi per l’uomo che sarebbe stato al volante, ma il giudice monocratico Maria Clara Alagna ha assolto l’imputato Girolamo Bondì, difeso dall’avvocato Francesca Cellura.

Il furto avvenne nell’agosto 2012. L’auto era parcheggiata in via Partanna Mondello. Il proprietario aveva lasciato le chiavi inserite. Si era allontanato giusto il tempo di entrare in un negozio. Appena si accorse del furto chiamò il 113. Ricevuta la nota della centrale operativa due agenti notarono la macchina per le strade dello Zen 2 e intimarono invano l’alt alle due persone a bordo.

La Bmw si andò a schiantate contro il muro, ma i due ladri riuscirono a dileguarsi a piedi. Il volto di Bondì era rimasto impresso nella memoria dei due agenti, che lo riconobbero in una carta di identità di tre anni prima. C’erano però delle differenze sostanziali. Una fonte confidenziale aveva poi fatto il suo nome e quello del suo presunto complice (giudicato in abbreviato).

Solo che di quest’ultimo fu trovata una traccia di impronta, mentre la comparazione con Bondì diede esito negativo. L’avvocato Cellura ha insistito sulla mancata certezza del riconoscimento. Il giudice le ha dato ragione perché “i dati probatori acquisiti non consentono di pervenire all’oltre ogni ragionevole dubbio”.

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