Fatta luce su due omicidi di mafia |Arrestati due sicari di Cosa nostra

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02 Ottobre 2014, 15:09

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CATANIA – Due omicidi di mafia rimasti irrisolti per 10 anni: quello di Salvatore Di Pasquale e Michele Costanzo, uccisi nel corso di una sanguinaria faida all’interno di Cosa nostra catanese nel 2004. I Ros di Catania hanno arrestato Salvatore Guglielmino, 42 anni, ritenuto mandante e sicario di Di Pasquale, e Lorenzo Saitta, detto Scheletro, 39enne e presunto componente del gruppo di fuoco che crivellò Costanzo.

Lorenzo Saitta

Fu un’escalation di morte che si consumò in pochissimi giorni. Tra i mesi di aprile e maggio del 2004. Un regolamento di conti interno tra frange contrapposte all’interno di Cosa nostra catanese. Omicidi di epurazione interna tra i Santapaola e gli Ercolano, una contrapposizione che scatenò l’attentato, poi fallito, nei confronti del capomafia Alfio Mirabile che fu crivellato di colpi il 24 aprile 2014 davanti all’uscio di casa. Le pallottole lo colpirono alle gambe: il boss morirà nel 2010 in una clinica riabilitativa a causa di alcune complicazioni dovute alle ferite.

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Già il giorno dopo i colonnelli più fidati di Mirabile pianificarono la vendetta. Il 29 aprile 2004 in piazza Ustica morì sotto una pioggia di pallottole Salvatore Di Pasquale, secondo i mandanti tra i sicari che avevano partecipato all’agguato contro il boss santapaoliano. La risposta degli Ercolano arrivò a breve:  il 3 maggio, alla zona industriale di Catania, fu ucciso uno delle persone più vicine ad Alfio Mirabile, Michele Costanzo. In quello stesso attentato mafioso rimase ferito Antonino Sangiorgi, titolare della Mediterranea  Distribuzione Logistica.

I provvedimenti del Gip eseguiti dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale si fondano sul proficuo ed importante lavoro investigativo emerso nel corso delle inchieste della Dda di Catania, Dionisio ed Efesto. A  chiudere il cerchio sui nomi, importanti anche le dichiarazioni – tutte riscontrate – dei collaboratori di giustizia, che hanno permesso di ricostruire i fragili equilibri che in quegli anni legavano l’articolazione dei fratelli Mirabile, riconducibile al Antonino “Ninu u Pazzu” Santapaola, fratello dell’ergastolano Nitto, e l’ala capeggiata dagli Ercolano. I Mirabile avevano preso pieno potere, rispetto agli Ercolano, soprattutto nella zona calatina, grazie ad un pax mafiosa siglata con Francesco La Rocca, capo della famiglia di Caltagirone.

I Ros hanno notificato in carcere l’ordinanza sia a Guglielmino che a Saitta: i due, infatti, furono arrestati il 27 gennaio del 2012 nell’ambito del blitz Efesto, insieme ad altri 11 esponenti del gruppo criminale mafioso. I Ros agirono con un provvedimento di fermo d’urgenza disposto dalla Procura: si era alla vigilia di una nuova guerra di mafia interna tra i Santapaola e gli Ercolano. Erano infatti saltati gli equilibri per la spartizione del potere e, soprattutto, dei proventi delle attività illecite. Si erano già armati ed erano pronti a colpire. Gli assetti erano in pochi anni cambiati. Guglielmino dalle file dei Mirabile era passato alla cosca che contrastava proprio quella famiglia. Mentre Lorenzo Scheletro Saitta veniva affiliato ai Mirabile e contava di assumere una posizione di rilievo nella cosca. I due il 13 maggio scorso sono stati condannati, in primo grado, a 12 anni di reclusione. Il processo si è celebrato con il rito abbreviato.

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02 Ottobre 2014, 15:09

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