PALERMO- “I detenuti non sono abbandonati, comprendo l’apprensione per il Covid, ma non è il caso di creare allarmismi ingiustificati”. Sulla vicenda dei contagi in carcere interviene il garante siciliano dei detenuti, il professore Giovanni Fiandaca.
“Non c’è un’emergenza carcere”
“Il punto è questo – spiega il professore – prima che emergessero i positivi al Pagliarelli, la situazione siciliana non è mai stata preoccupante in termini di numeri, fino al diciotto gennaio, quando ho ricevuto il rapporto, e continua a essere sotto controllo. Non si è mai raggiunto un picco, parlo dell’intera popolazione carceraria, superiore alle venti unità e comunque con quadri clinici, per fortuna, non gravi. Per quanto riguarda il personale penitenziario, sempre nel suo complesso, riferendoci sia agli agenti che ai funzionari amministrativi, non ci sono stati più di una quarantina di casi. Numeri piccoli, appunto, che hanno tutta la nostra attenzione, visto che i contatti che teniamo sono quotidiani, ma che, al momento, non presentano una realtà emergenziale”.
La situazione al Pagliarelli
Come abbiamo scritto, al Pagliarelli i contagiati sono cinquantacinque, al responso del secondo tampone. Tra sette giorni ne verrà somministrato un terzo. I già positivi sono stati sottoposti al molecolare, i negativi al test rapido antigenico e al molecolare, successivamente, in caso di positività: lo screening riguarda tutti quelli che sono presenti nell’istituto. Risultano quattro casi tra il personale.
La selezione e i vaccini
“Tra i cinquantacinque positivi del Pagliarelli – spiega il garante – hanno cominciato a essere selezionate e segnalate alle autorità giudiziarie quelle persone che presentano patologie pregresse che potrebbero dare luogo a una condizione di vulnerabilità per eventuali provvedimenti di collocazione fuori dal carcere. Già l’otto gennaio scorso ho inviato una nota formale all’assessore Razza e al presidente Musumeci per chiedere, sulla scia di quanto rappresentato dal garante nazionale e dalla conferenza dei garanti regionali, di prendere in considerazione, tra la categorie da vaccinare in via prioritaria, detenuti e personale penitenziario, o di prendere in considerazione, in subordine, gli over sessanta e i soggetti affetti da comorbilità. Sappiamo che ci sono ritardi e problemi nella campagna vaccinale. Il commissario nazionale Arcuri, qualche giorno fa, ha dichiarato che dopo gli over ottanta toccherà a detenuti e personale penitenziario. Noi garanti vigileremo”.
L’appello del garante
In ultimo un appello: “La consapevolezza del problema esiste – dice il professore Fiandaca. Oltretutto, se il contagio in carcere dovesse espandersi questo rischierebbe di provocare un effetto intasamento negli ospedali. Ai detenuti vorrei dire che non sono abbandonati, che si segue la vicenda con attenzione e sensibilità, costantemente. Per cui, pur comprendendo il momento, consiglierei di avere un po’ di pazienza e di evitare di assumere atteggiamenti di protesta che potrebbero pregiudicare anche il calendario della vaccinazione”.