CATANIA – Come promesso sono scesi in strada per gridare tutta la loro disperazione i lavoratori del call center Qè: l’azienda entrata in crisi che ha messo praticamente alla porta oltre 600 figure professionali. Quest’oggi si è svolta un’eclatante manifestazione che ha visto la partecipazione dei dipendenti riunitisi nella prima mattinata in piazza Roma da dove è partito il corteo. La marcia di protesta dopo aver attraversato via Etnea è proseguita fino a Palazzo Esa. L’obiettivo è di coinvolgere nella trattativa il ministero del Lavoro chiamato a gran voce a impegnarsi con senso di responsabilità verso una vertenza così dolorosa.
Ad accompagnare i lavoratori c’erano gli esponenti delle sigle Fistel Cisl e Slc Cgil, le istituzioni fra cui il primo cittadino Mauro Mangano, il sindaco di Belpasso Carlo Caputo, l’onorevole del Pd Concetta Raia e il senatore Ncd, Salvo Torrisi. Quest’ultimo proprio ieri ha presentato un’interrogazione al ministero dello sviluppo Economico e al ministero del Lavoro.
“Occorre quanto prima – ha detto Torrisi a LiveSiciliaCatania – convocare un tavolo nazionale il cui obiettivo è duplice: innanzitutto capire se al di là di una crisi dell’azienda che appare oramai irreparabile, sia possibile individuare un imprenditore che abbia voglia di insediarsi e scommettere nel territorio di Paternò. L’altro obiettivo è di attivare quanto prima le procedure necessarie affinché ai lavoratori vengano garantite le mensilità arretrate e gli ammortizzatori sociale. Stamane ho sentito il dottor Castano, il responsabile nazionale che si occupa delle vertenze che arrivano al Mise il quale sta esaminando il dossier sul Qè. A breve scopriremo la data in cui si svolgerà il tavolo”.
“Il call center Qè non deve chiudere – ha detto Concetta Raia – si darebbe un colpo troppo forte a 600 famiglie e a una intera comunità togliendo la speranza di una occupazione: si svuota un territorio. Il Mise deve intervenire, ma anche il governo regionale unitamente alla città metropolitana sono chiamato in causa per trovare una soluzione ad un problema che non è stato causato dai lavoratori. Personalmente ho già chiesto un intervento al presidente della commissione attività Produttive della regione siciliana affinchè si sensibilizzino tutti i livelli istituzionali e non avvenga quello che tutti temono”.
“Solo tramite il sostegno del ministero potrebbe diventare possibile spostare le commesse all’interno del territorio e salvare così i posti di lavoro” – ha ribadito Antonio D’Amico, segretario Fistel Cisl. Per mercoledì la deputata nazionale Luisa Albanellla è riuscita ad ottenere un incontro a Montecitorio fra una delegazione dei sindacati e Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro.
Nel corso della manifestazione i lavoratori hanno sfogato la loro rabbia nei confronti dell’intestatario delle varie società in cui rientrerebbe anche il Qè. L’amministratore, Argenterio, avrebbe in sospeso diversi conti con il fisco e accumulato un debito che sfiorerebbe i sei milioni di euro.
L’accorato appello di una lavoratrice: “Ho lavorato per più di dieci anni al Qè – racconta – Ho costruito la mia vita, la famiglia e acceso un mutuo grazie anche questo piccolo stipendio. Al momento è difficile andare avanti. Stiamo lottando perché le istituzioni ci vengano in aiuto e non ci lascino senza più un’occupazione. Abbiamo aderito al contratto di solidarietà negli scorsi mesi, c’era stata la cassa integrazione. Credevamo bastasse. Ma non avremmo mai pensato si potesse venire a creare una situazione simile”. Senza contare che fino a oggi l’azienda Qè ha rivestito una grandissima importanza dal punto di vista occupazionale in un territorio stremato dalla disoccupazione, come è Paternò. Insomma, i lavoratori del Qè non hanno nessuna intenzione di mollare.
Al termine della manifestazione, una delegazione di lavoratori e sindacalisti sono stati poi ricevuti da Giuseppe Caudo, dell’Ufficio di Gabinetto della Presidenza della Regione. “Abbiamo chiesto che la Regione si faccia carico di parlare con i committenti di Qè, Sky, Wind, Enel ed Inps, perché in questi giorni di volumi di traffico indeboliti si sforzino di capire le ragioni dei lavoratori – proseguono i segretari di Slc Cgil e Fistel Cisl di Catania, Davide Foti e Antonio D’Amico- inoltre abbiamo chiesto un incontro al Ministero dello Sviluppo economico. Crediamo che questa protesta stia creando le condizioni per aprire il caso e trovare nuove soluzioni”. Presente anche l’assessore comunale Angelo Villari che ha comunicato la decisione del sindaco Enzo Bianco di indire subito un incontro sul caso Qè.