“I palermitani ci insultano| ma la colpa è del Comune”

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08 Maggio 2013, 22:01

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PALERMO – “Noi vogliamo lavorare, per ora siamo fermi ma è colpa del Comune. E intanto i palermitani se la prendono con noi e ci insultano”. Lo sfogo è di uno dei 42 dipendenti della Gesip inviati al canile municipale di via Tiro a segno: di questi metà è tornato al proprio sito di appartenenza, dopo otto mesi di sospensione, mentre gli altri 21 vengono da altri servizi.

“Il problema è che, tra i nuovi, ci sono donne, ci sono persone che hanno paura dei cani o problemi fisici, insomma non sono adatti a questo lavoro”, dice uno dei dipendenti. Ma il problema più grande è che, per la mancanza di tute, guanti e vaccini gli operai sono dal 2 maggio con le mani in mano senza poter operare. “Non facciamo nulla, stiamo per quattro ore con le mani in mano – dice un altro – magari stiamo fuori e qualcuno passando ci insulta e ci accusa di non voler lavorare, ma non è vero: la colpa è del Comune. Noi siamo pronti a lavorare anche tutto il giorno”.

Il canile, finora, è stato gestito dagli animalisti il cui contratto scade il 15 maggio. “La loro presenza però è importante – dice l’assessore Giuseppe Barbera – ecco perché stiamo studiando il modo di farli restare, sia per affiancare il rientro in servizio dei dipendenti della Gesip, sia perché offrono professionalità che altrimenti il Comune non avrebbe. Per questo rimarranno anche in seguito, trovando le giuste modalità ed eventualmente con un corrispettivo economico che sarà comunque inferiore all’attuale”.

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La struttura, tra ex mattatoio e via Tiro a segno, ospita circa 500 animali, un centinaio in più rispetto al numero massimo, e vive una continua emergenza. Il problema, però, riguarda anche i turni: il Comune sta pensando di far svolgere ai dipendenti Gesip 20 ore su sei giorni, coprendo così anche il sabato e la domenica, mentre resta il problema della reperibilità notturna. “Fare tre ore scarse al giorno è assurdo – si lamenta un lavoratore – non hai il tempo di fare nulla, né di gestire la struttura. Inoltre prima avevamo diritto a un adeguamento economico, per chi lavorava di notte, di domenica o nelle festività”. Un problema che Barbera ammette: “Ci confronteremo con i lavoratori e i sindacati, il nostro obiettivo è di garantire un servizio di 24 ore al giorno, sette giorni su sette”.

 

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08 Maggio 2013, 22:01

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