Iachini, costanza e dedizione | Specialista in promozioni - Live Sicilia

Iachini, costanza e dedizione | Specialista in promozioni

Beppe Iachini

Il tecnico di Ascoli Piceno centra per la quarta volta il salto nella massima serie. La ricetta è quella che lo ha sempre caratterizzato, anche da giocatore: grinta, corsa e tenacia. E con i risultati il suo Palermo ha mostrato anche il bel gioco.

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PALERMO – Tanta corsa e sacrificio. Prima i punti: per il bel gioco c’è tempo, la serie A non aspetta. La promozione del Palermo è tutta in una formula semplice,  che il calcio italiano conosce da tempo. Arrivato sulla panchina dei rosa in un autunno burrascoso dopo la parentesi Gattuso, Beppe Iachini aveva una mission chiara: la promozione. L’accademia, il tiki-taka, il bel gioco, non sono elementi che appartengono alla scenografia della serie B. Il Palermo non lo aveva capito e aveva puntato sulle idee e la freschezza di un giovane allenatore come Rino Gattuso, ma lui, Beppe da  Ascoli Piceno, lo sapeva bene. Il campionato cadetto lo ha vissuto per anni, da giocatore e da tecnico.

Zamparini lo conosce nel 2001, quando il patron rosanero è alla fine del suo tormentato rapporto col Venezia e i veneziani. Lui ha da poco concluso la sua carriera da giocatore, al Novara, e finisce in riva alla laguna. Un po’ di gavetta al Cesena e poi le prime buone esperienze sulle panchine di Vicenza e Piacenza. Nella stagione 2007/2008 porta il Chievo in serie A. L’anno successivo arriva l’esonero: Iachini riparte di nuovo dal campionato cadetto, questa volta a Brescia, ed è di nuovo serie A. L’esperienza bresciana si chiude l’anno successivo con un’altro esonero e Iachini riparte nuovamente dal campionato cadetto, questa volta alla Sampdoria. L’esito è scontato, anche i liguri centrano la promozione con un allenatore che si guadagna sul campo il ruolo di ‘specialista’ nel salto di categoria. L’ultima esperienza in A la vive al capezzale di un Siena già malconcio e che Iachini non riesce a salvare.

Il tecnico plana a Palermo dopo la sconfitta dei rosa per 2-1 a Bari, con il conseguente esonero di Gattuso, e affronta di petto la questione: “La A dobbiamo conquistarla con sacrificio, gioco e intensità, parole che sentirete spesso”. Costanza e dedizione, lontano dalle luci della ribalta: i risultati arrivano subito e danno ragione al tecnico col cappellino (“ho un problema agli occhi, mi ripara dalla luce del sole”): una vita spesa in mediana, a coprire gli spazi e a spalare palloni. A Palermo lo conoscevano già: due stagioni in maglia rosa, dal ’94 al ’96, con Salvemini, Vitali e  Arcoleo. Anni di vacche magre, in cui la grinta e i polmoni di Iachini tengono a galla il centrocampo rosanero. Quello spirito battagliero Iachini lo trasmette anche a un ambiente deluso per la retrocessione e preoccupato da un avvio disastroso di serie B. Con lui i rosa non convincono, ma vincono. La classifica si aggiusta ma il Barbera, che ha ancora negli occhi le scintille della serie A, non si innamora. Iachini non si scompone e va avanti per la sua strada (“il bel gioco arriverà, in primavera saremo diversi”), così mentre restituisce al Palermo il ruolo di ammazzacampionato con una serie impressionante di risultati utili, grazei alla serenità della classifica mette a posto gli automatismi giusti.

La promessa viene mantenuta: in primavera il Palermo sboccia. Il primo posto conquistato con sudore e fatica viene legittimato anche dal bel gioco. Munoz e compagni acquistano sempre più fiducia e serenità. I successi con Brescia e Avellino segnano la differenza con il Palermo operaio, ma sempre vincente, dei primi mesi. Lui, come sempre, non si scompone: “Testa bassa e pedalare, non siamo ancora certi della promozione”. Eccolo, Beppe Iachini, pochi proclami e tanta abnegazione, anche quando la classifica dice che dietro ai rosa c’è il vuoto. Oggi festeggia per aver centrato la sua quarta promozione in serie A e aver riportato il pubblico al Barbera. Il suo futuro sembra ancora a tinte rosanero, ma lui non si scompone: l’obiettivo minimo è raggiunto, oggi si festeggia. Da domani la ricetta sarà quella di sempre: tanta corsa e sacrificio.


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