Iachini e Zamparini, serve calma |Ma il Palermo ha le idee confuse

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29 Settembre 2015, 08:30

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PALERMO – Calma e gesso, presidente. Ma lo stesso vale anche per il mister. Il Palermo è entrato in un tunnel dal quale diventa sempre più difficile uscire, dato che il calendario consegna ai rosa una Roma bisognosa di vittorie, seppur priva di Totti e Dzeko in attacco. Sfida dura, dalla quale passa però quasi tutto il futuro di Beppe Iachini: una vittoria per proseguire quel cammino iniziato due anni fa esatti, una sconfitta per sancire definitivamente la crisi e aprire scenari che già da qualche tempo sembravano non appartenere più a questa piazza. Il gioco però non dà ragione all’allenatore e i risultati iniziano a scarseggiare, tutti indizi che ad oggi non possono dare coraggio a chi vuole scongiurare l’ipotesi esonero.

Iachini è forte della fiducia di Zamparini. Il tecnico ha più volte ammesso di essere in sintonia col presidente e di non avere alcun sentore di possibili cambi di rotta. Frasi di circostanza? No, perché se da un lato il patron non è affatto contento del momento vissuto dalla sua squadra, dall’altro ha fatto sentire in prima persona la sua vicinanza nei confronti del tecnico, a dispetto delle voci su un possibile scontro tra i due. Con Zamparini, però, si sa bene quale sia la “cura” in caso di crisi. Per questo motivo la svolta è necessaria nell’immediato, per evitare che i dubbi si possano trasformare in timori.

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Invertire la rotta contro la Roma è fondamentale e ritrovare il gioco sarebbe già un enorme passo avanti. Evitare la quarta sconfitta consecutiva è l’unica strada sicura per salvare la panchina del tecnico marchigiano, ma mostrare nuovamente un gioco più fluido in attacco darebbe maggiori sicurezze ad un Palermo apparso spaesato nelle ultime tre uscite. Stesso discorso per una difesa che, da quando Gonzalez è rientrato dalla nazionale, ha perso quello smalto che l’aveva caratterizzata nelle prime due giornate di campionato.

A Iachini il compito di dare nuovamente certezze a questa squadra. Il tourbillon di moduli, con uomini che fanno la spola tra campo e panchina, non aiuta. La capacità di interpretare al meglio sia la difesa a tre che quella a quattro sta per trasformarsi in una continua indecisione su quale dei due schieramenti possa essere quello ideale per l’assetto della linea arretrata dei rosa. Un problema che “pesa” particolarmente sugli esterni, ad oggi protagonisti di prestazioni ben al di sotto della media. Stesso problema per la mediana, con due mezzale come Chochev e Hiljemark reinventati interni nella linea a due, oltre che con un Brugman scalpitante dalla panchina. Dove le idee sembrano meno chiare però è in attacco: la fiducia in Gilardino c’è o è a tempo? E nel secondo caso, Quaison punta è un esperimento o una certezza? Iachini ha meno di una settimana per trovare delle risposte.

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29 Settembre 2015, 08:30

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