PALERMO – “Iddu fu a sparare (lui è stato a sparare)”, disse l’uomo che chiamò il 112. Iniziò così la vicenda culminata nella condanna per tentato omicidio e detenzione illegale di arma da fuoco.
Il giudice per l’udienza preliminare Ermelinda Marfia ha inflitto dieci anni ciascuno di carcere a Giuseppe Guttuso e Pierpaolo Davì rispettivamente di 33 e 37 anni.
Erano le 20:30 di mercoledì 22 maggio scorso. Un pregiudicato di 41 anni, Vincenzo Crivello, era stato affiancato da un’altra auto mentre era alla guida di un Suv, un Land Rover bianco. In macchina con lui c’era il figlio ventunenne.
“Iddu fu a sparare”, l’inseguimento
Da una Fiat 500 di colore grigio partirono quattro colpi, di cui uno si conficcó nella coscia del ferito che dopo la fuga andò a farsi curare alla guardia medica di Carini. Fu necessario un successivo intervento chirurgico all’ospedale Villa Sofia di Palermo.
Una lite aveva preceduto le pistolettate. C’era stata una discussione in piazza a Borgo Nuovo. Un regolamento di conti per qualcosa mai chiarita. Doveva essere un incontro chiarificatore ed invece la situazione degenerò.
Quindi l’inseguimento lungo viale Michelangelo e i colpi di pistola esplosi poco prima di imboccare la rotonda che passa sopra viale Regione Siciliana. Ad occuparsi delle indagini furono i carabinieri della compagnia di San Lorenzo, coordinati dalla Procura della Repubblica.
La condanna per i due imputati è stata ridotta di un terzo così come previsto per chi sceglie il rito abbreviato.