Induzione alla prostituzione con minaccia, estorsione, sequestro di persona, violenza sessuale aggravata, rapina, ingiuria, lesioni personali aggravate. Con questa lunga sfilza di accuse i carabinieri di Agrigento hanno arrestato ieri Vincenzo Cacciatore, 47 anni. La vittima, Jelassie, è tunisina, non ha ancora quarant’anni e in Sicilia, ad Agrigento, è arrivata su uno dei tanti barconi della speranza. Lui di professione fa il parcheggiatore abusivo a due passi dalla stazione centrale della città. Si sono conosciuti per caso, sono andati a vivere insieme, a Villaseta, quartiere della “Agrigento bene”. Forse a Jelassie quell’uomo era sembrato l’inizio di un riscatto, la possibilità di ricominciare daccapo. La storia, però, non ha avuto un lieto fine e si è, anzi, trasformata in tragedia.
Gli uomini del capitano Giuseppe Asti hanno fatto indagini meticolose, in un contesto di solitudine, povertà e degrado. Tutto è iniziato quando Jelassie ha denunciato l’incendio della propria automobile. Una pulce nell’orecchio degli investigatori che si spingono a cercare la verità, a scavare a fondo nella vita della donna e del suo compagno. La ricostruzione è eloquente. Cacciatore, nel luglio scorso, si sarebbe accanito sulla donna con un coltello. Non contento avrebbe usato anche un cric e dopo le percosse anche la violenza sessuale. Finita quella anche il tentativo di dare fuoco al corpo della donna. E ancora, sempre quel giorno, dopo la ferocia, la rapina.
Cacciatore avrebbe, infatti, rubato a Jelassie il portafogli e il cellulare. Dalle indagine è emerso anche che Cacciatore estorceva parte del contributo previdenziale mensile, che era stato attribuito alla giovane. Adesso Vincenzo Cacciatore è in carcere, Jelassie è affidata alle cure dei sanitari e ad Agrigento c’è sgomento. Quell’uomo lo conoscevano in tanti, era una faccia nota, forse il parcheggiatore più famoso della città.