PALERMO – C’è un colpo di scena nell’inchiesta che vede coinvolta l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto. Non arriva dalle carte giudiziarie ma dai suoi legali. Gli avvocati Francesco Crescimanno e Roberta Pezzano, infatti, hanno rimesso il mandato. Da oggi non assistono più il magistrato, il padre Vittorio, il marito Lorenzo Caramma e il figlio Emanuele. “E’ venuta meno l’intesa sulla linea difensiva”, dicono gli avvocati. I difensori non abbiano “gradito” le dichiarazioni rese alla stampa dalla Saguto.
Il magistrato è al centro del groviglio investigativo su cui lavorano i pubblici ministeri di Caltanissetta e i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo. Si parla di una gestione clientelare dell’assegnazione degli incarichi per la gestione dei beni sequestrati alla mafia dalla sezione del tribunale palermitano. Gli avvocati Crescimanno e Pezzano, da quando lo scandalo è esploso, hanno mantenuto una linea ermetica, senza far trapelare nulla degli atti investigativi a loro conoscenza. I difensori, infatti, dopo avere acquisito la documentazione allegata ai decreti di sequestro, avevano rinunciato al Riesame. Nonostante ciò il materiale processuale è rimasto rigidamente confinato nel segreto professionale. Ecco perchè i legali non hanno visto di buon occhio la scelta della Saguto di parlare con i giornalisti, sia nel metodo che nel contenuto. Le dichiarazioni, infatti, non erano state concordate con il collegio difensivo. per quanto riguarda il contenuto, invece, non è piaciuto il riferimento a presunte strumentalizzazioni subite dalla procura di Caltanissetta che, secondo la Saguto, sarebbero alla base delle indagini.
