Il Catania delle tre M maiuscole (Mascara-Martinez-Morimoto) strapazza il Parma che forse avrebbe fatto meglio a restarsene nel placido Granducato a rifocillarsi di cappelletti in brodo e lambrusco amabile e rilassarsi di melodie verdiane. Dieci punti in più ha questo Parma, dieci, rispetto a questo Catania mihajlovicciano che questo pomeriggio nel gelido “Cibali-Massimino” sembrava il Barçelona al Camp nou. Tanta la differenza in campo che veniva da chiedersi: ma durante il periodo atzoriano, che gli davano a mangiare a ‘sti ragazzi, sugo finto ?
Trasformati, sbarazzini, perfin sfrontati, i rossazzurri, che di marcature ne avrebbero potute metterne a segno perfino il doppio, senza mai rischiare un’unghia, a parte una ciccata di Andujar Mariano che ha rischiato di farsi scavalcare da un campanile dell’ex nazionale, ex milanromanista e oramai quasi ex giocatore Panucci Christian.
Una squadra veloce e ben orchestrata, con trame variabili ed imprevedibili, quella reinventata da Sinisa, con l’invenzione di questo Llama con due L cursore andino di sinistra e la bandiera Mascara stasera furioso, a tratti indemoniato, che prima ha deviato di testa in rete al 14’ un corner proveniente direttamente dalla Cordigliera delle Ande, poi si mangiava un rigore sparando sul palazzo di fronte dove abita la signora Giuffrida Agatina, imitato peraltro subito dopo dallo stesso Llama che lanciava sull’altro palazzo lato via Cesare Beccaria da dove la signora Ferlito Nunziatina guardava la partita assieme alla nidiata di nipotini. Scatenato, il Mascarinho di Caltagirone colpiva un palo a portiere battuto ed infine una traversa sul limitar del secondo tempo. Non solo, ma per l’intera ripresa ha scorazzato nelle praterie parmensi come un Rigolettto maligno.
E che dire dello zigzagante Martinez che elegantemente dribblava tre o quattro biancrociati salvo poi a litigare con se stesso finchè il lineare Izco, l’eroe di Torino, riprendeva un pallone sbucciato da un Llama allo stremo (anche i lama ogni tanto si fermano) e serviva ordinatamente l’uruguagio che non poteva non acciambellarlo alle spalle del malcapitato portiere Mirante Antonio, al minuto 70. Andino sostituito dall’ex Kawasaki Morimoto che infatti si presentava sbagliando al solito. Ma sbagliando s’impara, e così quando Capuano Ciro s’inventava attaccante e lo serviva solo davanti al malcapitato, lui il giapponese ciccava la palla sbilanciando il Mirante e tornato al gol. Tre a zero, con i quindicimila intirizziti impazziti di gioia tanto che nella tribuna Vip perfino attempati e serissimi magistrati e pubblici ministeri battevano le mani e facevano ohohohoh.
Si consentivano lussi, i rossazzurri, come deliziose veroniche Martinez, pallonetti Capuano, slalom Biagianti, geometrie Izco, eleganti disimpegni Alvarez Pablo.
Quale il segreto di Miha? Vabbò che un segreto tale deve restare. Ma qual è la formula magica ha consentito ad una compagine che a dicembre era ultima e staccatissima di risalire e giocarsela fino all’ultimo ? Come se li avesse smontati e rimontati.
Ma l’accoppiata Pulvirenti-Lo Monaco vuole andare oltre. Volevate l’attaccante ? Eccolo. Ed hanno comprato un altro argentino giramondo, Maximiliano Gaston Lopez di Buenos Aires, classe 1984: un codino biondo, una moglie esuberante star delle tv sudamericane e voglia di diventar famoso. Lui a Barçelona ci ha giocato davvero. Che sia l’uomo giusto al momento giusto ?
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