PALERMO – “Ci vorrà almeno un altro anno per fare della Regione un territorio decente”. Il governatore Nello Musumeci, davanti a una platea di amministratori locali del centrodestra – e non solo – fa il punto della situazione dopo “nove mesi, non nove anni, di governo”. “Noi non abbiamo trovato la Regione, ma un foglio di carta intestata – ha detto -. Le pratiche passano da un ufficio all’altro con gli uscieri, siamo in Africa! Ci ritroviamo con decine di società partecipate in deficit, con i dipendenti nel limbo perché c’è chi è più interessato a mettere il figlio del nipote di qualcuno per racimolare una cinquantina di voti piuttosto che farle funzionare con amministratori capaci”, ha proseguito il governatore, da tempo invischiato nel sistema delle nomine di sottogoverno, su cui è in atto un braccio di ferro con gli alleati di centrodestra. E a questo proposito ha detto: “Il centrodestra è condivisione di ideali, ma in Sicilia non c’è. Parlare di centrodestra in Sicilia mi addolora”.
“Possiamo cambiare questa terra solo se facciamo squadra – ha detto Musumeci, rivolgendosi anche a chi non appartiene strettamente alle sue “fila” -. I partiti vengono dopo. Guai se diventiamo schiavi dei partiti. Se un sindaco si sente prigioniero del proprio partito quando arriva la mattina in municipio è un sindaco che ha già fallito la propria missione. Prima di tutto viene l’amore per la propria città e il diritto dei cittadini ad avere risposte. I siciliani sono stati abituati alla vernice sopra la ruggine. Tutti vogliono annunci, sembra che sia più importante dare alla gente la sensazione che qualcosa si sta facendo, ma è sbagliato è effimero”.
“Noi stiamo partendo dalle regole”, ha concluso il presidente. E parlando di numeri dice: “Abbiamo messo in giro 850 milioni di euro, un bando ogni 15 giorni”.