Il centrodestra non è scomparso |Ma il futuro resta un’incognita

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07 Giugno 2016, 17:02

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PALERMO – I tempi del 61 a 0 sono lontani. Ma almeno non sono arrivati quelli del “6 uno 0”, scherzava oggi qualcuno. Il centrodestra siciliano riscopre la sua esistenza in vita in questa tornata di amministrative. Certo, la coalizione non c’è ancora, il futuro è carico di incognite, ma il centrodestra in Sicilia, soprattutto sul versante orientale, c’è ancora. “Vinciamo nettamente in alcune città importanti, come Vittoria, Lentini e soprattutto Caltagirone, dove la lista di Forza Italia ha quasi doppiato il Pd ed è il primo partito. Nel nisseno vinciamo noi. Nell’agrigentino e nel palermitano eleggiamo diversi consiglieri, candidati nelle liste civiche. Ad Alcamo superiamo il Pd. Bene a Patti e a Capo d’Orlando. Insomma, queste amministrative ci dicono che il centrodestra, unito, resta sempre un’opzione vincente”, commentava ieri Gianfranco Miccichè. Anche se la sua Forza Italia ha presentato il simbolo in un solo comune, il leader berlusconiano ha di che sorridere. O almeno qualcosa su cui provare a costruire un rilancio. “Ripartiamo da qui”, ha sintetizzato con un certo realismo Miccichè.

Uno dei dati politici è il riavvicinamento sui territori con i “cugini” di Ncd, che qua e là sono tornati alla vecchia formula del centrodestra sganciandosi dagli alleati alla Regione. Gli alfaniani sono rimasti assai in ombra in questa tornata elettorale a livello nazionale, anche se il coordinatore regionale del partito Giuseppe Castiglione cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. E si congratula con i sindaci eletti col sostegno di Area popolare: Pippo Limoli a Ramacca, Eugenio Aliberti a Rodì Milici, Franco Cortolillo a S.Angelo di Brolo, Margherita La Rocca Ruvolo a Montevago e Mauro Aquino riconfermato a Patti.

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“Siamo soddisfatti perché le liste di Area popolare hanno raggiunto risultati molto spesso a due cifre come a Favara e Canicattì, dove andremo al ballottaggio, così come saremo centrali nei ballottaggi di Noto e Lentini. Rivestiremo un ruolo determinante – aggiunge – anche in città come Vittoria, Caltagirone e Giarre, dove con le nostre liste abbiamo superato il 15 per cento”, dice Castiglione, che fa riferimento però a liste civiche d’area, visto che il simbolo di Ncd non s’è visto alle urne. C’era invece in diversi comuni lo scudo crociato dell’Udc, che ad Alcamo è arrivata all’8,70, a Canicattì al 9, a Porto Empedocle al 9,65.

Ora c’è da aspettarsi che dalle parti dei centristi – cui fa concorrenza l’agguerrita Sicilia Futura di Totò Cardinale – acceleri il dibattito sul futuro. L’Udc siciliana è stata commissariata dal segretario Lorenzo Cesa, che pare guardare più al centrodestra che a Renzi. E anche in Ncd ci sono pezzi che da tempo soffrono l’abbraccio col Pd. E se la parola d’ordine sembra essere “unità”, non mancano le osservazioni critiche: “L’unità del centrodestra non può essere un dogma”, dice Giampiero Cannella di Fratelli d’Italia, ritenendo “impraticabile la costruzione di una proposta credibile” insieme a forze che oggi stanno con Renzi e Crocetta. Oggi, ospite alla trasmissione televisiva Casa Minutella, Francesco Scoma, che Forza Italia ha indicato come candidato alle amministrative a Palermo, ha ribadito la disponibilità sua e del partito a confrontarsi con i potenziali alleati, includendo anche Udc e Ncd. Per i quali il tempo della politica dei due forni sembra arrivato allo scadere.

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07 Giugno 2016, 17:02

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