PALERMO – I gazebo a Palermo, molto presto, potrebbe essere solo un ricordo. L’amministrazione comunale sta infatti lavorando a un nuovo regolamento che vieterà di costruirne di nuovi ma soprattutto imporrà l‘abbattimento degli esistenti, puntando invece su pedane mobili con tavoli, sedie e ombrelloni, ovvero quelli che in gergo si definiscono “dehors”. “Il nuovo regolamento è pronto – dice a Livesicilia l’assessore Marco Di Marco – e prevederà strutture precarie, quindi temporanee, come avrebbero dovuto essere anche i gazebo. Abbiamo già avuto un incontro con l’Asp e ne avremo un secondo lunedì prossimo”.
Già, perché è all’Asp che nasce l’ostacolo che in questi anni ha provocato il caos gazebo: contrariamente a quanto succede in gran parte d’Italia, a Palermo l’Asp vieta la somministrazione di cibo e bevande all’aperto a causa di possibile inquinamento o animaletti rendendo necessario il gazebo. Niente servizio ai tavoli, dunque, ma nulla vieta agli avventori di acquistare all’interno del locale e poi di consumare all’esterno: un paradosso tutto palermitano. “In altri comuni la questione è stata gestita, mentre qui sembra di vivere in un altro ambiente, come se non fossimo in Italia – continua Di Marco – il tema è gestire le attività di ristorazione che devono fornire pasti all’aperto. C’è anche un problema relativo alla normativa europea, secondo la quale esiste anche un problema di concorrenza fra chi può ampliare la sua area commerciale e chi no. L’ Asp deve darci maggiori delucidazioni e prendere una posizione definitiva. La cosa assurda è che oggi, nel 2013, ci ritroviamo a parlare di queste cose”.
Il regolamento è ancora in mano agli uffici, che lo stanno definendo, e secondo l’assessore, “andrà a sostituire quello sui gazebo”. “Tutti vogliono farli sparire – aggiunge Di Marco – sia la maggioranza che l’opposizione: non esiste in Italia una situazione come quella di Palermo. Il gazebo è una struttura edilizia a tutti gli effetti che dovrebbe avere una concessione edilizia di tutto punto. Questo si intreccia ovviamente con il Put, che è all’esame del consiglio comunale”. La bozza di regolamento potrebbe essere pronta in una decina di giorni (anche se secondo alcuni la previsione è assai ottimistica) e prevederà strutture architettoniche pre-autorizzate con quattro formati standard a cui rifarsi, per garantire l’uniformità delle strutture mobili e anche per i materiali autorizzati, con una netta distinzione tra fra il centro storico e le borgate marinare e il resto della città. “A noi risulta che ci siano ancora 60 gazebo che dovrebbero sparire – dice l’assessore – ne abbiamo parlato con Confartigianato e Addiopizzo e abbiamo ascoltato i loro suggerimenti. E d’inverno? I locali potranno utilizzare stufe all’aperto e ombrelloni, come si fa ovunque”.
Un programma, però, che rischia di scatenare la bagarre a Sala delle Lapidi. “Se l’assessore pensa di poter fare tutto senza coinvolgere le minoranze, si sbaglia di grosso – tuona il capogruppo di Forza Italia, Giulio Tantillo – il regolamento non va toccato senza coinvolgerci, faremo una durissima battaglia: il vecchio regolamento non si tocca, va solo modificato. Saremo vigili, useremo tutti i mezzi a nostra disposizione. L’assessore deve capire che esistono le minoranze, deve chiedere una conferenza dei capigruppo per confrontarsi con noi. Noi non siamo per i gazebo, che vanno tolti, ma in questo modo il provvedimento non passerà”. Un clima di confusione accentuato dal fatto che la commissione Attività produttive, presieduta da Paolo Caracausi, sta lavorando parallelamente a una sua bozza di regolamento che dovrebbe poi diventare un tutt’uno con quella degli uffici, ma si tratta di una modifica al regolamento attuale e non di uno ex novo.
“Abbiamo ascoltato l’assessore Di Marco – dice Caracausi – che a noi ha detto altro, ovvero che sono state le associazioni di categoria a formulare una proposta di regolamento. Inoltre, andando in pensione il dirigente, gli uffici si erano trovati in difficoltà a redigere il documento. Noi abbiamo incontrato le associazioni e raccolto le loro proposte di modifica al regolamento, inviandole anche alla Prima commissione: apprendiamo solo adesso che c’è pronto il regolamento. Invitiamo l’assessore, come abbiamo fatto più volte in passato, ad avvalersi della nostra collaborazione. Sarebbe stato opportuno informare anche la nostra commissione dell’incontro con l’Asp. Se non si fa in fretta rischiamo, con l’approvazione del Put, che decada la proroga mantenendo l’anomalia dei gazebo autorizzati nelle isole pedonali. Confermo che il regolamento che sta predisponendo l’assessore va concordato con le forze politiche, che devono approvarlo. Noi non siamo per difendere i gazebo, quindi ben venga la modifica”.
“Per noi va bene togliere i gazebo che a noi risultano essere solo 37 – dice Gigi Mangia della Fipe – nel marzo dello scorso anno la Fipe presentò un regolamento che aveva l’obiettivo di riportare un minimo di buon senso: questa proposta era frutto semplicemente di uno studio fatto dalla Fipe nazionale con la Bocconi e la Sapienza, prendendo a modello 28 regolamenti di altrettanti comuni d’Italia tra cui Roma e Firenze. Ebbene, quella proposta fu scartata. Siamo contenti di sapere che l’assessore abbia deciso di togliere i gazebo, vogliamo solo delle regole certe a cui attenerci: la posizione dell’Asp è assurda, se il problema è l’inquinante strisciante o volante andrebbe chiusa tutta Palermo. Quello che serve però è il buon senso e il toccare con mano quanto accade in città”. “I commercianti non possono subire la confusione del Comune – dice Antonio Ferrante di Vivo Civile – ci vuole un regolamento applicabile a tutte le categorie e va tutelato chi il gazebo l’ha fatto in un certo modo perché costretto a farlo. I gazebo non sono tutti da buttare o da rimuovere”.