“Il cordolo penalizza gli affari” | Protesta in piazza Orlando

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08 Maggio 2014, 13:46

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PALERMO – Si sono recati nei loro negozi come ogni mattina in piazza Vittorio Emanuele Orlando, ma martedì mattina ad attenderli c’erano gli operai dell’Amat intenti a montare un cordolo di protezione per garantire maggiore sicurezza ai magistrati del vicino palazzo di giustizia. Una sorpresa che ha scatenato la rabbia dei commercianti del tratto di strada interessato dal provvedimento – tra il civico 31 e il civico 43 – che dopo lo smarrimento iniziale, hanno deciso di protestare. “Ci rovinano così, ci mandano sul lastrico – dice Daniele Ribbeni, titolare di un negozio di fiori -, condividiamo l’adozione delle misure necessarie a proteggere i magistrati ma ciò non deve risolversi in una condanna economica, imprenditoriale e commerciale nei confronti di chi giorno dopo giorno si alza di buon mattino e va a lavorare per guadagnarsi da vivere. Diversi negozi in questi mesi hanno già chiuso le saracinesche, che lascino respirare i pochi rimasti”.

I commercianti dell’area intorno al Palazzo di Giustizia lamentano un notevole calo delle vendite – circa il 40 per cento – da quando la carreggiata è stata ristretta, con l’entrata in vigore del divieto di sosta e di fermata. Una situazione che potrebbe far crollare ulteriormente gli incassi e divenire “drammatica” con la realizzazione del cordolo. “Non si potrebbe neppure scaricare la merce – prosegue Ribbeni – o consentire il sereno intervento dei mezzi di soccorso e ciò a scapito degli stessi magistrati. Mi spiego meglio – dice – poniamo il caso che un’ambulanza abbia necessità di fermarsi alcuni minuti nell’area, ebbene a causa della presenza del cordolo sarebbe costretta a fermarsi nella corsia di percorrenza dei pm, bloccando e rendendo difficoltoso il transito. Stessa situazione per mezzi di carico-scarico merci, camion per trasloco e via dicendo”.

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La disposizione del cordolo – tra l’altro – non era stata annunciata nei giorni precedenti all’inizio dei lavori. “Non abbiamo ricevuto alcun avviso – dice ancora Ribbeni -. Siamo arrivati e abbiamo trovato questa sorpresa”. La protesta ha costretto gli operai Amat a fare retromarcia e togliere i pezzi di cordolo già montati. Ma, nei prossimi giorni, potrebbero ripresentarsi. “Se tornano ripeteremo la protesta – fa sapere – rallenteremo nuovamente il traffico e li faremo andare via. Non permetteremo una cosa del genere”. E nel frattempo commercianti e residenti di piazza Vittorio Emanuele Orlando hanno inviato una mail agli organi competenti e avviato una petizione per la dismissione del provvedimento: “Non molleremo, il lavoro è vita”.

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08 Maggio 2014, 13:46

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