Il dossier di Berretta |”Penali agli inadempienti”

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02 Agosto 2014, 14:13

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CATANIA – Penali per il mancato raggiungimento degli obiettivi per circa 12 milioni. È quanto avrebbe potuto applicare alle ditte che hanno vinto l’appalto per la raccolta dei rifiuti il Comune di Catania, secondo Giuseppe Berretta, deputato nazionale del Partito democratico che, insieme al consigliere comunale del Pd Niccolò Notarbartolo  e ad alcuni rappresentanti delle associazioni cittadine, stamattina ha presentato un dossier (LEGGI) che analizza quelle che sarebbero vere e proprie inadempienze da parte di Ipi – Oikos nei riguardi dell’oneroso capitolato d’appalto quinquennale, 163 milioni di euro, per la raccolta dei rifiuti.

“Abbiamo voluto raccogliere i tanti messaggi lanciati dalle associazioni della città, tra cui Adiconsum, Rifiuti Zero, Cittàinsieme, Libera e Asaec, che chiedono a gran voce un nuovo modello di gestione dei rifiuti per Catania – esordisce Berretta – Voci arrivate fino in consiglio comunale, con l’impegno dei consiglieri Notarbartolo, Saverino, Arcidiacono, Vullo e Catalano per rilanciare la differenziata e controllare in maniera più seria come viene gestito il servizio”.

“Abbiamo raccolto i dati e abbiamo voluto segnalare quelle che, secondo noi, sono gravi inadempienze da parte del raggruppamento di imprese che si è aggiudicato l’appalto – spiega Berretta. Il criterio della differenziata è stato prioritario nell’aggiudicazione – aggiunge – eppure le società sono state inottemperanti proprio in tema di differenziata. Non sappiamo quante penali siano state applicate, speriamo tante, ma in ogni caso l’inadempienza è evidente”.

Percentuali differenziata dal 2011 al 2014

Un elemento che, secondo l’esponente democratico, basterebbe per rescindere il contratto, considerato ormai da tempo inadeguato per le esigenze della città. Ma le mancanze rispetto agli accordi sarebbero anche altre, oltre a quelle relative alle percentuali di raccolta differenziata che, secondo dati diffusi dal deputato Pd, raccolti da Adiconsum e dal Ministero dell’Ambiente – ISPRA, sono lontanissime da quelle inserite come obiettivo nell’appalto.

“Il progetto definitivo con cui IPI-OIKOS ha vinto prevede una serie di attrezzature necessarie per il controllo e l’esatta esecuzione dell’appalto – prosegue Berretta. Avrebbe previsto, infatti, per tutti i contenitori stradali per le utenze domestiche e non domestiche, un sistema di registrazione e pesatura dei rifiuti. Oltre che di monitoraggio. Non risulta che simili apparecchiature siano presenti – aggiunge – o quanto meno funzionanti, sui cassonetti né sui mezzi per la raccolta dei rifiuti”. Così come, stando al dossier, della pulizia delle micro discariche, di quella delle fontane pubbliche, di quella dei muri, e via discorrendo.

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Insomma, per Berretta e Notarbartolo il Comune di Catania dovrebbe poter controllare quotidianamente quanti rifiuti vengono prodotti, dovrebbe poter effettuare report mensili per far conoscere alla cittadinanza il livello della differenziata e, sulla scorta dei dati raccolti, dovrebbe poter verificare il rispetto del contratto d’appalto e potrebbe contestare alla IPI-OIKOS le penali da corrispondere per i mancati obiettivi da raggiungere semestralmente.

E intervenire sulla comunicazione e sull’informazione, giudicate non sufficienti. “Basta confrontare il sito di Salerno con quello di Catania: i documenti sono disponibili immediatamente. Da noi invece bisogna fare richiesta di accesso agli atti. Abbiamo organizzato questa conferenza – sottolinea ancora Berretta – per conoscere quante penali siano state applicate e, di fronte a questo dossier, cosa intenda fare sul contratto e, in prospettiva, su cosa vogliamo investire. Bisogna coinvolgere le associazioni”.

In vista della predisposizione del nuovo appalto, i democratici chiedono infatti che il Comune avvii immediatamente il percorso per la realizzazione di un nuovo bando che sia nel pieno interesse della collettività attraverso un maggiore confronto tra l’amministrazione e le associazioni competenti: un Forum o un Osservatorio. “Se non è possibile sciogliere il contratto adesso con una ditta che ha dimostrato di non raggiungere gli obiettivi che si era proposta – affermano – quanto meno si utilizzi il tempo che resta per costruire un “modello Catania” efficiente per la gestione dei rifiuti che non muova solo dalla garanzia del guadagno per la ditta che si aggiudica l’appalto ma che metta al centro la crescita della qualità della vita dei cittadini”.

Intanto, basterebbe liberare 10 milioni di risorse risparmiando sul conferimento in discarica, oltre a quelle intascate dalle penali, secondo quanto esposto, per avere una convenienza sia sul fronte della pulizia che a livello economico.

 

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02 Agosto 2014, 14:13

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