Il duello di Aci Bonaccorsi| Sfida generazionale e polemiche

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07 Giugno 2017, 17:41

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CATANIA – Si presenta a tutta prima come uno scontro generazionale, la battaglia per la conquista del Comune di Aci Bonaccorsi. Se da un lato c’è il già tre volte sindaco fino al 2012, Vito Di Mauro, 67 anni di età, a voler strappare il ticket del quarto mandato; a contendergliela sarà invece il ventiquattrenne Salvo Tomarchio: giovane sì, ma dal 2014 assessore di Mario Alì. Ed è, infatti, dell’amministrazione uscente che quest’ultimo è espressione diretta. Per Vito Di Mauro, la vera disputa di questa campagna elettorale sta appunto lì: nel riannodare un filo interrotto con la sua uscita dal palazzo municipale: “Ho due obiettivi – spiega a Live Sicilia – Primo, riportare Aci Bonaccorsi allo splendore al quale eravamo abituati un tempo. Secondo, – continua Di Mauro – far crescere una nuova generazione che possa prendere le redini del comune e continuare”.

Parla da padre nobile, l’ex sindaco della “Svizzera etnea”. Una pretesa che pare stonare, tuttavia, con il dato anagrafico: “E perché? Ci vuole una persona d’esperienza perché i ragazzi apprendano l’arte di amministrare – rilancia Vito Di Mauro – Mi sembra assurdo il contrario, che un ragazzo di 24 anni, che in questi anni ha dimostrato di non sapere fare l’assessore, venga candidato da uno stuolo di sessantenni nascosti dietro la sua faccia per mantenere i posti al comando”.

Insomma, è rovente il clima nella piccola Aci Bonaccorsi. E non da ora. “Beh, ancora una volta noto che il mio avversario preferisce parlare di me, anziché del programma che ha in mente”, replica Salvo Tomarchio: “Anzi, come ho già fatto in pubblico, ringrazio chi in passato ha contribuito a fare grande la nostra comunità: ed è questo il motivo per cui, tra i miei sostenitori, ci sono anche persone di lunga esperienza”. Il candidato ventiquattrenne, in altri termini, non solo fa quadrato attorno alla sua squadra, ma benedice la scelta del sindaco Alì di non aver voluto concorrere per il secondo mandato, optando invece per il consiglio comunale.

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Una scelta, anch’essa, destinata a suscitare interrogativi. “Credo che avere a cuore la propria gente – aggiunge Tomarchio – significhi anche saper fare un passo indietro. Noi ci siamo candidati a guidare il Comune perché abbiamo un’idea per costruire e non distruggere. Come prima cosa – continua – cercheremo di riportare la pace in paese, dopo questa dura campagna elettorale, perché un primo cittadino deve unire e non dividere. Per il resto – conclude – ci metteremo subito al lavoro sul bilancio, sulla riorganizzazione degli uffici e sul rilancio dei servizi”.

 

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07 Giugno 2017, 17:41

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