PALERMO – Spacciava davanti alla nipotina. Testimone oculare a 9 anni degli affari sporchi del nonno. Le microspie piazzate in macchina dai poliziotti hanno registrato l’uomo mentre consegnava il denaro alla piccola.
Le indagini della Procura, che hanno portato all’arresto di 26 persone nel Palermitano sono partite dalla drammatica richiesta di aiuto di una mamma che ha visto suo figlio spegnersi giorno dopo giorno per colpa della droga.
“Conta i soldi, guarda quanti sono”, diceva il nonno affidando i soldi alla nipotina per evitare che venissero sequestrati. Si occupava di lei come fanno tutti i nonni. Solo che dopo averla accompagnata in piscina deviava il percorso per spacciare.
La bimba, facendo riferimento a un film che aveva visto qualche giorno prima, diceva: “Nonno ieri sera ho visto un film che imbottivano di droga delle persone, tipo delle femmine, le imbottivano di droga, prendevano l’aereo…”‘.
Gli agenti del commissariato di Partinico, che ascoltavano in diretta le conversazioni dell’indagato, sentivano il fruscio delle banconote mentre la bambina contava. “Ora mettili in tasca”, diceva ancora il nonno che è stato arrestato nel corso dell’operazione.
Le indagini coprono un intero anno, il 2019, nel corso del quale sono stati documenti 270 cessione di droga.
Mentre si indagava sullo spaccio è venuta fuori la complicità di uno degli arrestati in una rapina avvenuta nel 2013.
Fu una mattina di terrore nel novembre di otto anni fa per la famiglia proprietaria di una gioielleria in via Zito, la cui abitazione fu presa d’assalto da un commando formato da quattro finti finanzieri ed un carabiniere. Nel mirino i suoceri del giornalista Nunzio Quatrosi.
Al citofono suonarono i malviventi. “Guardia di finanza, aprite”, dissero alla titolare della gioielleria. Quatrosi e la moglie, che abitano al primo piano della palazzina, si precipitarono per cercare di dare aiuto.
Quatrosi fu legato con delle fascette da elettricista alle mani. La suocera fu colpita con un pugno. Il suocero, Francesco Cucchiara, 83 anni, sparò contro uno dei rapinatori ed è finito sotto processo per tentato omicidio nonostante la richiesta di archiviazione. Uno degli arrestati di oggi avrebbe fatto da palo durante il colpo e poi fornito riparo per giorni al rapinatore ferito.
Nel corso delle indagini si è anche scoperto che uno dei clienti, che non pagava la merce, fu picchiato per recuperare il denaro. “Lo abbiano rotto tutto a pezzi”, dicevano.