PALERMO – Con la firma del contratto di lavoro dei dipendenti regionali arrivano anche le reazioni dei sindacati che hanno contribuito alla stesura del testo, lungo circa 150 pagine. I rappresentanti dei lavoratori sono al piano terra di via Trinacria dove ha sede l’Aran Sicilia e la valutazione è in gran parte positiva. In tanti sottolineano come il rinnovo mancasse da più di dieci anni. Altri evidenziano come, grazie all’accordo, siano state eliminate storture per le quali gli impiegati della Regione avevano un trattamento peggiore di quello degli altri dipendenti pubblici. Il contratto di lavoro fin ora vigente non prevedeva nulla, ad esempio, rispetto al caso in cui il dipendente si trovasse in ospedale.
“La firma del nuovo contratto 2016-2018 è un traguardo fondamentale verso l’efficientamento della macchina regionale”, è il commento di Paolo Montera, segretario generale della Cisl Fp Sicilia, e Mimmo Milazzo, segretario generale della Cisl Sicilia. “Quella che stiamo disegnando – proseguono i due sindacalisti – è un’amministrazione al passo con i tempi. In questo contratto sono già presenti principi importanti che devono però essere sviluppati in modo più dettagliato: dalla digitalizzazione del lavoro alla realizzazione di sedi virtuali all’implementazione dello smart working. Bisogna – la loro conclusione – puntare ancora di più sull’innovazione e sulla formazione per valorizzare le professionalità dei lavoratori e avvalersi di figure adeguate ai tempi”.
Posizioni gradualmente più critiche da parte della Uil Fpl e di Sadirs. “Non è il miglior contratto del mondo ma era necessario firmare per fare un passo avanti”, la reazione di Fulvio Pantano, Franco Madonia e Peppino Salerno del Sadirs che proseguono: “Gli aumenti sono in linea con il contratto nazionale, ora inizieranno i lavori sulla parte ordinamentale. Staremo attenti e vigileremo affinchè si possano porre in essere quelle condizioni che servono a ridare slancio all’amministrazione”.
Anche Dario Matranga e Benedetto Mineo del Cobas Codir ritengono che non è l’accordo dei loro sogni ma “possiamo dire – è questo il loro commento – sia il migliore possibile con le attuali condizioni politico-economiche e legislative di livello nazionale. Possiamo, inoltre, affermare – continuano – che dopo 12 anni di blocchi dei contratti e dopo i devastanti 5 anni di politica crocettiana in cui ope legis sono stati inserite norme peggiorative sullo status giuridico, finalmente si renderà giustizia alle aspettative di tutti, anche alle categorie sfruttate e martoriate di A e B”.
“Benché non soddisfi appieno tutte le legittime aspettative – afferma Luca Crimi, di Uil Fp – ci riteniamo parzialmente soddisfatti per gli obbiettivi raggiunti dopo una faticosa trattativa che concede un miglioramento economico articolato al fine di concedere maggior respiro alle categorie più basse e quindi con uno stipendio più basso. Abbiamo posto alcuni problemi rispetto agli ispettori del lavoro, alla riqualificazione e riclassificazione; che sono state recepite dalla Aran Sicilia e che verranno affrontate e risolte nell’apposito tavolo paritetico”. Insomma adesso che è stato raggiunto il preaccordo gli occhi dei sindacati sono puntati verso il primo incontro del tavolo propedeutico che inizierà a lavorare all’intesa sulla riclassificazione del personale.