CATANIA – Il monito di Raffaele Stancanelli: “Ricompattare il centrodestra”. L’ex sindaco di Catania dice la sua sul responso delle urne lodando il risultato di Salvo Pogliese, candidato che ha sostenuto, e intravedendo la necessità di ricompattare l’area del defunto Pdl a partire dalla diaspora degli ex An. Stancanelli traccia la via da seguire, ma avverte: “Serve un progetto politico”. Possibilmente autorevole e privo di ambiguità. Stancanelli, infatti, attribuisce alle strade divergenti imboccate a livello nazionale dagli ex pidiellini i due milioni di voti perduti strada facendo dal 2013 ad oggi.
Forza Italia a Catania è andata bene. E’ soddisfatto per il risultato ottenuto?
Sono personalmente soddisfatto per il lavoro fatto per il candidato Salvo Pogliese, che ha avuto un grande risultato trascinando la lista di Forza Italia. Questo risultato rappresenta un segnale forte, ci dice che l’area di destra ancora esiste ed è forte a Catania. Inoltre, nella provincia etnea tutta l’area del centrodestra ha ottenuto percentuali nettamente superiori rispetto a quelle nazionali.
A proposito degli ex compagni di strada di Fratelli d’Italia. A Catania la formazione di Giorgia Meloni non ha retto. Ci sono i margini per ricompattare tutto il vecchio Pdl?
Sì, i margini ci sono. Noi dobbiamo smetterla con le diaspore, i personalismi e le divisioni. Da un anno lavoro in questo senso e vorrei essere un punto di riferimento per tenere insieme il centro destra.
Ncd elegge La Via, ma non decolla. Pagano il sostegno al governo Renzi?
Certo, la sconfitta nazionale del centrodestra nasce dal fatto che non siamo stati in grado di lanciare un messaggio unitario e forte. Pensiamo ai tre partiti di centrodestra. FDI è all’opposizione. Il Nuovo Centro Destra fa parte della maggioranza di governo. Fi è compatta all’opposizione e compatta per le riforme costituzionali. Non dimentichiamo quanti voti abbiamo perso in questi anni: soltanto rispetto al 2013 più di due milioni di voti. Questo dato deve farci pensare e portarci a rivedere tante cose.
Torniamo a Catania. Il Pd si snatura, ma cresce. Tutto merito di Leanza?
Certamente il risultato di Michela Giuffrida è un risultato enorme ed è frutto del lavoro di Articolo 4 che l’ha sostenuta.
Quindi non è un risultato ascrivibile alla segreteria catanese?
Non lo so non vorrei dare giudizi in casa d’altri, ma è un fatto oggettivo che alla vittoria abbia contribuito anche il buon risultato di Michela Giuffrida.
Come ha vissuto lo scontro castellano tra Filippo Drago e Carmencita Santagati?
Non l’ho vissuto bene. Non ho condiviso la scelta di Carmencita. La destra, inoltre, è stata premiata dagli elettori. Si può essere in disaccordo su tante cose, ma abbiamo sempre rimproverato a tante persone l’incoerenza. La destra, invece, annovera tra i suoi valori la coerenza, la mia amica Carmecita ha commesso un errore di valutazione. Mi auguro che se ne sia resa conto.
Acireale al ballottaggio. Di Re può farcela?
Non saprei, non ho la palla di vetro.
La vedremo di nuovo protagonista della politica catanese o continuerà a lavorare un po’ dietro le quinte?
Io non lavoro dietro le quinte. Cerco di portare il mio contributo da protagonista. Il mio obiettivo è di ricompattare l’area di centro destra, maggioritaria in Sicilia e a Catania, ma serve un forte progetto politico. Io lavoro per questo.
Un suo giudizio sull’operato del sindaco Bianco?
Mi sono sempre rifiutato di dare giudizi sull’amministrazione Bianco per non passare per quello che è stato sconfitto alle elezioni e parla per risentimento. I catanesi si stanno rendendo conto giorno dopo giorno di come sta lavorando quest’amministrazione. Lascio i catanesi liberi di giudicare da soli.
