PALERMO – Il 21 settembre 2013 Franco Vazquez ancora non sa che la luce, in fondo a quel tunnel, l’avrebbe vista nel giro di pochi giorni. Il Palermo torna da La Spezia sapendo che, ormai, per Gennaro Gattuso è finita. Durerà infatti solo altri tre giorni il rapporto tra i rosa e il tecnico calabrese, quel tecnico che tra Franco Vazquez ed Armin Bacinovic sceglie il secondo, tagliando fuori l’argentino dalla lista dei diciotto over 23. Franco ha le valigie pronte per gennaio: lo cerca il Velez, la squadra del cuore, e a Palermo nessuno vuole puntare su di lui. Poi arriva Iachini, e la storia la conosciamo tutti a memoria. Vazquez resta, Vazquez viene reintegrato in rosa, due partite per far capire che sta recuperando la condizione e via verso la serie A, col numero 20 che prende per mano una capolista e la trasforma in uno schiacciasassi.
Il 21 settembre 2014 Franco Vazquez si sarà pure stufato di parlare di quel tunnel, di Gattuso e di quell’esclusione tutt’ora inspiegabile (basti vedere che il “concorrente” Bacinovic, oggi alla Virtus Lanciano, è a quota zero presenze in serie B). Oggi di Vazquez bisogna parlarne come l’uomo simbolo di un Palermo che lotta, che forse non piace a chi ha il palato raffinato, ma che piano piano sta facendo ricredere chi, a inizio stagione, era rimasto deluso dal lavoro svolto dalla dirigenza. Il Palermo c’è, e se per Iachini l’unico titolare inamovibile resta proprio Vazquez ci sarà un perché. Contro l’Inter, al primo vero banco di prova contro una big del calcio italiano, il Mudo ha impiegato due minuti per mettere la sua firma. Poi, come se fosse necessaria un’ulteriore conferma, lampi di classe cristallina al cospetto di una difesa nerazzurra spaesata, incapace di arginare quel giocatore che, un anno fa, doveva subire l’umiliazione della tribuna.
Oggi è lui ad umiliare gli avversari, con tunnel di suola sulla trequarti e quella capacità innata di nascondere il pallone tra i suoi piedi. Mazzarri non ha trovato le contromisure adatte per fermarlo; quando Iachini ha deciso di sbilanciare la squadra è stato tradito dalla traversa, che ha negato i tre punti al Palermo e un posto tra i capocannonieri della serie A. Sì, proprio lui, quello che un anno fa tornava utile nelle partitelle in famiglia durante gli allenamenti. Con Iachini che, al termine di ogni conferenza stampa, non poteva capacitarsi di come si potesse tener fuori un giocatore come lui, capace di creare superiorità e al contempo di coprire più ruoli. E sicuramente non poteva capacitarsene neanche Zamparini, che per portarlo in Italia dal Belgrano ha fatto uno degli ultimi “grossi” investimenti della sua presidenza. Ormai si era rassegnato a svenderlo. Oggi chissà a quanto sarà salito il suo valore di mercato. Intanto Palermo se lo gode, finalmente, da protagonista.