Il terribile Ferragosto in carcere, che non interessa (quasi) a nessuno - Live Sicilia

Il terribile Ferragosto in carcere, che non interessa (quasi) a nessuno

Sit-in e appelli per sottolineare il problema

C’è un luogo in cui il Ferragosto è una condanna, dove l’estate è una tortura e quasi tutto ha le sembianze di un supplizio. Non è mai popolare scrivere di carcere. Le persone dietro le sbarre e le persone sopra un’imbarcazione non interessano quasi a nessuno. Quasi tutti considerano detenuti e migranti ‘umanità a perdere’. Un’idea oscena, velata dalla reticenza.

Gli articoli che li riguardano non sono letti quasi da nessuno. Ma questo non è un motivo per smettere di scriverli. I numeri sono importanti per chi lavora nei giornali, inutile negarlo. Ma è ancora più essenziale portare qualche sguardo dove nessuno passa. Dove nessuno guarda.

A Ferragosto, dunque, negli ultimi istanti, nello sgocciolare della grande festa estiva del 2024, scriviamo di carcere, per raccontare qualche iniziativa in merito e suscitare pensieri.

Le cronache sono esplicite e terribili. Le nostre celle, spesso e purtroppo, non somigliano a contesti in cui scontare una punizione necessaria per la rieducazione. Riflettono l’inferno in terra.

L’appello sui social

Tutta una serie di circostanze, stratificate nel tempo, dal sovraffollamento alle strutture, hanno equiparato molta carcerazione a una pena disumana. Come disumanizzate sono le persone detenute, senza volto, nella considerazione frettolosa di chi non si sofferma.

Qualcosa, forse, si muove. Su Facebook è comparso un appello firmato da cinquanta scrittori e giornalisti, visibile nella pagina ‘Carcere e inciviltà: una risposta subito’.

“Nelle carceri in questo Paese si vivono condizioni disumane – si legge -. Si fa strage di diritto e di diritti. E purtroppo la strage diventa anche di vite. Tutto questo avviene nel nome del popolo italiano. Nel nostro nome”.

Il sit-in all’Ucciardone

Nel giorno del Ferragosto, c’è stato un sit-in davanti all’istituto penitenziario Ucciardone di Palermo, organizzato dal comitato ‘Esistono i diritti’.

“L’Ucciardone è il simbolo di tutte queste strutture che presentano gravi deficit strutturali e organizzativi. Il decreto carceri votato in questi giorni fa tanta teoria e poca pratica – commenta il garante comunale dei detenuti”, Pino Apprendi.

“Si dà il caso che durante il sit-in è arrivata un’ambulanza – continua Apprendi – per trasportare un detenuto che era in sciopero della fame da parecchi giorni e, grazie al medico di turno che lo ha visitato ne ha accertato le gravi complicazioni”.

La visita al Pagliarelli

L’attenzione si è spostata pure altrove. “La situazione nel carcere Pagliarelli è drammatica. Anche qui abbiamo trovato una carenza di personale della polizia penitenziaria, sovraffollamento tra i detenuti”. Così Donatella Corleo, consigliere generale del partito Radicale che ha iniziato una serie di visite nelle strutture penitenziarie.

Di carcere e di sofferenza non vuole sapere nulla quasi nessuno. Occhio che non vede, cuore indifferente. Ma non è un buon motivo per smettere di scriverne. Anzi.


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