PALERMO – “Anche se pensi di conoscere bene la vita, ti accorgi che essa è come il mare, può tradirti o stupirti in qualsiasi istante”. Mirko Vicari, il vigile urbano trentottenne ucciso da un malvivente nel suo appartamento di via Scillato 20, aveva scritto questa frase intorno alle 13 su Facebook. Parole quasi premonitrici, scritte di fretta sul social network di fretta, circa un’ora prima di andare al lavoro e della tragedia.
La notizia della rapina finita nel sangue è arrivata come un fulmine a ciel sereno a tutti coloro che conoscevano Mirko, dai vecchi compagni di scuola agli amici attuali, fino ai colleghi. In molti hanno manifestato la propria incredulità nelle ore successive all’omicidio: “Non ci credo, spero ci sia un errore”, ha scritto sulla sua pagina Facebook un caro amico del vigile urbano.
Quelli che conoscevano bene il 38enne sono gli affetti più cari, mentre nella zona in cui abitava ormai da due anni, ad Altarello, quasi nessuno lo conosceva. “Lo vedevo ogni tanto, ma non ci ho mai parlato”, dice un vicino. Chi lavorava con Mirko, invece, gli ha immediatamente dedicato una frase, per esprimere il proprio dolore e ricordarlo con affetto. “Credere che sia successo è davvero dura – scrive Matteo – ti ricorderò sempre con il sorriso sulle labbra e come grande lavoratore”.
“Addio caro collega”, scrive semplicemente Stefano. Poi c’è chi ricorda i momenti trascorsi insieme, gli anni dell’adolescenza, ma anche il periodo del Car – il centro Addestramento Reclute -: “Ricordo quell’arco di tempo con gioia – dice Vincenzo – quante esperienze. Ciao tenente”. ma non mancano i parenti, che salutano con le lacrime agli occhi Mirko: “Sto piangendo mentre scrivo – dice Rosanna – è una cosa terribile”.
“Caro cuginetto – dice Roberto – ti ricordo in mille modi, da tecnico informatico a cuoco. Ma fondamentalmente ti ricorderò come un eroe. Non c’era nulla che ti faceva paura, non ti arrendevi davanti a nulla. Ti voglio e ti vorrò per sempre bene”. E poi uno sfogo da parte di un caro amico del vigile urbano a cui è stata strappata la vita: “Le contraddizioni di questa città – scrive Massimo – hanno fatto un’altra vittima, stavolta, purtroppo, la vittima sei tu.”