L’infedeltà nei confronti della linea filo Draghi apre una crepa profonda nel mondo pentastellato. Voti di sfiducia, scazzottate verbali, commenti al vetriolo e tentazioni scissioniste scandiscono la turbolenta new life del Movimento Cinquestelle che dalle piazze del Vaffa si ritrova a sostenere responsabilmente un governo di unità nazionale. La deputata Simona Suriano, storica attivista etnea che a Montecitorio si è astenuta sulla fiducia, così come Maria Laura Paxia (che ha spiegato la sua scelta su Facebook dicendosi contraria alle espulsioni) prova a fare il punto su una situazione di impasse senza precedenti. Non lesina critiche ai vertici e chiede a gran voce un chiarimento per evitare l’implosione del Movimento.
Onorevole Suriano, perché ieri si è astenuta sul voto di fiducia al governo Draghi?
“Mi sono astenuta per il rispetto che devo alla coerenza con i valori del Movimento Cinque Stelle. Ho iniziato a fare politica perché il Movimento ha portato una visione nuova, lontana dalla vecchia concezione interessata alla conservazione del potere per il potere. Da grillina non me la sono sentita di avvallare un’esperienza di governo che vede alcuni dei protagonisti della storia politica italiana che ho sempre criticato e combattuto”.
Secondo lei il Movimento, che rischia di perdere pezzi, paga la sua mutazione “genetica”?
“Non c’è nulla di geneticamente modificato. Nel Movimento Cinque Stelle c’è una storia di uomini e donne che con coraggio facevano banchetti al freddo d’inverno e nel caldo torrido dell’estate contro gli sprechi della politica, contro i pregiudicati in Parlamento, contro la mafia, a favore dell’acqua pubblica, della tutela ambientale e della trasparenza. E’ quello il dna del Movimento e non è cambiato; di certo esiste adesso uno spazio per la riflessione e per le legittime critiche. Critiche che spero vengano canalizzate in un fruttuoso dibattito”.
Ci sono poca Sicilia e poco Sud nell’esecutivo Draghi?
“Non possiamo non riconoscere lo straordinario lavoro dei ministri del Movimento Cinque Stelle come Lucia Azzolina, Nunzia Catalfo o come il vice ministro Giancarlo Cancelleri. Ministri siciliani che hanno lavorato su dossier importantissimi in piena pandemia e nella fase più difficile della storia recente. Adesso è fattuale che vi sia una diminuzione dei ministri del Meridione che è la base elettorale e di consenso del Movimento e questo spiace. Ma spiace ancor di più il fatto che il tema del Mezzogiorno non sia punto cardine dell’agenda politica: più che di persone adesso occorre parlare di temi. Le infrastrutture, il lavoro, il contrasto alle mafie, l’accorciamento del divario con il Nord devono essere temi prioritarie per il rilancio del Meridione. Spero che le nomine dei sottosegretari possano avere maggiore considerazione per le tante figure del Sud che intendono lavorare per lo sviluppo”.
Come ha vissuto le espulsioni dei dissidenti? Pensa che la stessa sorte potrebbe toccare anche a lei?
“Le ho vissute con dolore e rammarico. Con molti vi è un rapporto umano prima che politico: abbiamo condiviso battaglie, ideali, lotte, nottate di lavoro. Io nel Movimento Cinque Stelle mi sento a casa mia: è la mia vita. La mia vita privata e pubblica: è una ragione esistenziale e come tale la vivo in maniera totalizzante. Sento di aver sempre rispettato e seguito i valori che sono alla base del Movimento e di avere dentro sempre quelle Cinque Stelle che sono i nostri punti cardine. Se vi saranno dibattiti e provvedimenti ulteriori sono comunque serena di aver agito con scrupolo e coscienza nel rispetto degli elettori”
Alessando Di Battista si è smarcato subito dall’operazione Draghi. Lei lo seguirebbe in un possibile progetto politico?
“Io credo che occorra parlare, confrontarsi, dialogare. Stare al governo impone responsabilità nuove e stare al governo durante una pandemia raddoppia quelle responsabilità e non sempre le scelte sono facili e non sempre è tutto o bianco o nero. Come ho già detto auspico un confronto, anche serrato, dentro il Movimento e non fuori perché il Movimento è la nostra casa, è il sogno di ogni attivista che ha fatto un banchetto in piazza, un volantinaggio, una raccolta firme. E quel sogno, con la purezza dei nostri valori, non possiamo tradirlo: dobbiamo difenderlo”.