PARTINICO (PALERMO) – “Ti giuro, un incensurato della nostra razza non c’è più”. Queste le parole intercettate al telefono di una delle donna della famiglia di Partinico pezzino-Mattina-Russo, un nuclo familaire “alalrgato”, composto da Benedetto Mattina, dai figli della moglie, Antonino e Nancy Pezzino, dal marito di quest’ultima, Danilo Russo e la sorella, Rossella Russo. I familiari – come spiegano gli inquirenti – erano tutti disoccupati, impegnati esclusivamente nell’attività di spaccio. Per questo venivano coinvolti, a seconda delle necessità, nelle operazioni di smercio della sostanza stupefacente, che avveniva direttamente a casa.
Il loro appartamento di Partinico era infatti diventata un vero e proprio supermarket della droga, dove arrivava quanto acquistato da Di Maggio, hashish, ma anche da altri due fornitori, Sferruggia e Comito che si occupavano di fare arrivare a Palermo la cocaina. Insomma, una centrale dello spaccio nel cuore delle case popolari di Partinico, da cui la famiglia riusciva ad intuire i movimenti delle pattuglie di Partinico, in modo da mettersi al riparo in caso di eventuali blitz. Numerosi gli episodi durante i quali i componenti della famiglia hanno tentato di scamparla, compreso quelo in cui la moglie di Mattina ha ingoiato una dose di cocaina per nasconderla ai carabinieri che l’avevano fermata.