SIRACUSA – “Lui era vicino a un muretto, abbiamo pensato a un miracolo, lo cercavamo da ore. Il suo elicottero era sparito nel nulla, tra le fiamme e la vegetazione. Temevamo il peggio, ma non abbiamo mai perso la speranza”. L’ispettore Filadelfo Brogna, del Corpo Forestale, racconta a LiveSicilia gli attimi del ritrovamento di Gianfranco Gurrisi, il pilota dell’elicottero dato per disperso ieri pomeriggio. Fiamme e fumo, la riserva di Pantalica che diventa un cratere di fuoco, dopo un incendio “certamente doloso”, appiccato la sera di lunedì.
Ore di tensione
Una notte di paura, le fiamme avvolgono ogni angolo della riserva, poi l’inizio delle operazioni di spegnimento che durano un giorno intero e continuano anche mercoledì, dopo l’alba. Gianfranco Gurrisi, 57enne, guida l’elicottero del Corpo Forestale. In volo su Pantalica ci sono altri due elicotteri e un canadair, coordinati da due Dos, direttori delle operazioni di spegnimento, l’ispettore Maurizio Alibrio, già comandante del distaccamento di Buccheri e l’ispettore Sebastiano Barone. Ciascuno gestisce un fronte, bisogna riversare l’acqua nel posto giusto, ogni attimo è prezioso. Dal mare alla riserva, andata e ritorno in continuazione.
Ultimo contatto
“Intorno alle 18.00 registriamo l’ultimo contatto con l’elicottero guidato da Gurrisi, scatta l’allarme con gli altri veicoli in volo – racconta Brogna – chiediamo se qualcuno lo avesse visto, dal radar di Sigonella arriva l’ultima posizione certa dell’elicottero, che scopriamo essere precisa nelle coordinate, ma l’indicazione della località non mi convinceva”.
Il canadair e un elicottero scoprono che alcuni cavi elettrici sono stati tranciati, ma nei pressi non c’era alcuna traccia dell’elicottero, sparito nel nulla; nessuna esplosione era stata avvertita, non c’erano colonne di fumo sospette.
Volava molto basso
L’elicottero era costretto a volare basso, per essere efficace nello spegnimento degli incendi. Scatta il piano di ricerca, punto di riunione quello individuato da Sigonella. “Io sono andato in un’altra direzione – continua l’ispettore della Forestale -. Ho pensato che, se aveva toccato la linea elettrica, bisognava risalire il sentiero che porta a Punta Sperone. Ero con l’agente Federico Carlo, su un fuoristrada. Siamo entrati in area demaniale, una lecceta molto fitta. Nessuno vedeva niente, bisognava verificare da terra, abbiamo fatto due chilometri su questo sentiero, a un certo punto la strada non era percorribile e siamo andati a piedi”.
Un fischio
“All’improvviso abbiamo sentito dei fischi, quelli tipici di un fischietto da arbitro. Abbiamo seguito il suono e trovato il pilota vicino a un muretto. Lo abbiamo rianimato un po’, la zona era irraggiungibile, i cellulari non avevano rete e col fuoristrada siamo andati in ospedale, dove c’erano anche l’assessore Elena Pagana e il Prefetto”.
L’insegnamento
“Bisogna conoscere il territorio, è un valore aggiunto quello del Corpo Forestale, noi custodiamo questi luoghi, colpiti dai piromani. Adesso torniamo al lavoro, Gianfranco sta bene – conclude l’ispettore Brogna – perché l’emergenza incendi non è finita”.