CATANIA – Frustrazione. Questa forse la parola che esprime maggiormente lo stato d’animo dei componenti dell’associazione centro storico e dell’ex presidente Renato Camarda in relazione alla Fabbrica del decoro, l’organismo creato dall’assessorato all’Urbanistica, retto da Salvo Di Salvo, che insieme a decine di associazioni avrebbe dovuto studiare le criticità della città e, in maniera condivisa e partecipata, trovare soluzioni attuabili. A parlare del lavoro svolto in questi anni, e dei pochi risultati raggiunti, sono stati proprio Camarda, che ha presentato dimissioni “irrevocabili” e Daniela Catalano, presidente del Cestor, l’associazione centro storico.
“Con il nostro ingresso nella fabbrica del decoro nel 2015 – ha spiegato Catalano –volevamo dare un contributo e abbiamo accettato la sfida, nonostante le critiche. L’idea era quella di cercare di mettere in rete associazioni ed evidenziare criticità cercando di trovare delle strategie. Eppure – ha proseguito – a distanza di due anni dobbiamo denunciare l’inattività completa delle istituzioni. L’atmosfera è quella del gioco, di un gioco sulla pelle dei cittadini. Le ordinanze non vengono rispettate, la segnaletica nemmeno. Un gioco addirittura dispendioso che non fa bene alla città”. La Catalano non boccia completamente l’iniziativa, ma denuncia la mancanza di azioni. ” La fabbrica del decoro rimane una buona idea – ha continuato – ma attendiamo qualcuno che ci ascolti in maniera più efficace. Noi abbiamo fatto esposti, denunce, richieste, ma non è cambiato nulla”. La collaborazione continuerà, ha sottolineato la presidente di Cestor, “ma ci prendiamo una pausa – ha detto – in attesa di qualcuno che ci risposta”.
Camarda, nell’annunciare il suo adieu alla fabbrica, ha parlato di frustrazione, mettendo in evidenza il lavoro portato avanti, la fatica che i componenti della rete hanno fatto per realizzare alcune iniziative – come ad esempio la produzione di due importanti regolamenti – e di come queste siano rimaste sostanzialmente lettera morta. Così come la condivisione delle scelte in alcuni campi. “Dell’affidamento del Monumento ai Caduti, ad esempio, non sapevamo nulla – ha detto. La battaglia dei residenti del centro non è solo per difendere interessi personali, ma è una battaglia per la legalità. Centro che, in molte parti, è diventato simbolo dell’illegalità. E siamo ancora nelle mani di non si sa chi. Io sono stato eletto presidente nel marzo 2016 – ha proseguito – e oggi ho deciso di dire basta perché non abbiamo concluso niente”.
Sopralluoghi, denunce, proposte pensate ed elaborate insieme all’amministrazione che, però, nei fatti non avrebbero portato a nulla. “A seguito di questi sopralluoghi ci sono stati tavoli di lavoro da cui non è uscito fuori niente – ha continuato Camarda – nonostante l’impegno di Di Salvo. Abbiamo ottenuto la rimozione di un’aiuola di cemento da via Penninello, e ora, al posto dell’aiuola, ci sono le macchine posteggiate. E’ frustrante”.
E nulla sarebbe cambiato neanche con il cambio di delega e con l’affidamento di quella al centro storico all’assessorato alla Cultura. “Ci si perde nel pantano delle responsabilità, delle competenze – ha aggiunto Camarda che ha parlato dei regolamenti, al Decoro urbano e alla gestione dei Beni comuni, frutto dell’attività della Fabbrica del decoro e ancora in stand by. “La commissione ha approvato il regolamento del decoro urbano e ora siamo in attesa che venga discusso in consiglio. Ma poi sono arrivati i dehors che sono passati avanti” – ha detto. Sul regolamento peri Beni comuni invece, ci sarebbe un problema con il comma 3 dell’art. 20, che fa capo alla direzione Patrimonio, come ha spiegato il funzionario dell’Urbanistica, presente in conferenza, Davide Crimi.
“Per quanto mi riguarda la storia è chiusa – ha sottolineato Camarda: io sono un volontario e ho dedicato quattordici mesi a questa attività. E’ stata un’esperienza valida ma poco produttiva perché non ci troviamo di fronte a un’amministrazione che abbia un progetto unico e condiviso”. Il mandato di Camarda comunque era scaduto nel mese di marzo, ed era stato prorogato proprio per portare a termine quanto avviato dalla Fabbrica del decoro.
“Ringrazio Camarda per il lavoro fatto – ha commentato l’assessore Di Salvo. Per quanto riguarda i regolamenti, su quello sui Beni comuni purtroppo c’è un intoppo che sta risolvendo il Patrimonio mentre, per quanto riguarda quello sul Decoro, questo è ferma in Consiglio comunale da mesi. Lavoreremo presto con il Comitato per la scelta di un nuovo rappresentante – ha concluso – e continueremo a lavorare, anche con Renato Camarda e con l’associazione Centro storico nell’interesse della città”.