"Insostenibile la gestione del tram | L'Amat lo restituirà al Comune" - Live Sicilia

“Insostenibile la gestione del tram | L’Amat lo restituirà al Comune”

La denuncia del M5s di Palermo: "Segnaleremo alla Corte dei Conti". Orlando: "Causa alla Regione".

PALERMO – L’Amat ha i conti in rosso ed è pronta a riconsegnare il tram al comune di Palermo a partire dal prossimo primo agosto. Nel bel mezzo della bufera scaturita dalla direttiva del sindaco Leoluca Orlando, che con un colpo di spugna ordina alle partecipate di cancellare decine di milioni di euro di disallineamenti, il Movimento cinque stelle lancia l’allarme sulla situazione dell’azienda che si occupa del trasporto pubblico e quindi anche del tram.

“Lo scorso 14 giugno, ben prima della direttiva – dice in conferenza stampa il capogruppo grillino Ugo Forello, con accanto i consiglieri Concetta Amella e Antonino Randazzo – l’Amat aveva già avvisato il Comune che non riusciva a far quadrare i conti anche a causa del tram. Abbiamo avuto copia di questa nota solo con un accesso agli atti, il consiglio comunale era stato tenuto all’oscuro di tutto. Sul caso Amat, sulla direttiva vincolante e imperativa del sindaco e sulla gestione contabile che riguarderà la redazione del consuntivo e previsionale, ravvedendo la possibile lesione degli interessi dei cittadini e un potenziale danno erariale, stiamo valutando l’opportunità di presentare una segnalazione alla Corte dei Conti”.

La nota firmata dal presidente Antonio Gristina e datata 14 giugno, lo stesso giorno in cui Sala delle Lapidi approva il consolidato, parla chiaramente della “condizione di incoerenza e difficoltà gestionale” dovuta alla differenza tra quanto prevede il contratto di servizio e quanto invece l’Amat riesce a fare. Una situazione segnalata a più riprese, evidenziando “lo stato di squilibrio gestionale” e il fatto che il piano di risanamento non è ancora pronto. “La società non è in grado di adottare un budget per l’anno 2018 che preveda un equilibrio di gestione”, scrive ancora Gristina che scende poi nei dettagli: nel 2017 la perdita è di 6,5 milioni, poi ci sono i nove che il Comune chiede di stralciare. Non vengono citati gli ulteriori 20 che invece oggi segnala la direttiva di Orlando, che Forello giudica “extra ordinem”. “L’approvazione del consolidato – si legge nella nota, scritta prima che l’atto venisse esitato a piazza Pretoria – condurrebbe l’Amat a un aggravamento della crisi sia in tema di salvaguardia del patrimonio, sia di continuità aziendale”.

Da qui la proposta shock: “Dovendo intervenire a tutela dell’interesse della società e della proprietà, individuando l’affidamento della gestione delle linee tranviarie quale elemento irrisolto di squilibrio della gestione, in assenza di correttivi si prospetta la necessità di rimettere in capo all’amministrazione il ramo d’azienda già a far data dal prossimo primo agosto 2018”. Insomma visto che il problema è il tram, per il quale la Regione non dà soldi e che il Comune ha scaricato su Amat in cambio di una risicata Ztl, tanto vale ridarlo al Comune. “Tale trasferimento – spiega infatti l’azienda – consentirebbe di ricondurre la gestione in equilibrio con le risorse disponibili”. E i numeri parlano chiaro: il bilancio 2017 col tram chiude con 6,5 milioni di passivo, senza tram sarebbe in attivo di 440 mila euro; il primo trimestre 2018 è in rosso per 1,8 milioni, senza tram avrebbe un surplus di 300 mila euro. Il problema, a conti fatti, è il tram che quindi l’Amat è pronto a restituire in toto.

“Stiamo raccogliendo le carte e presenteremo una segnalazione alla Corte dei Conti per valutare se vi siano stati danni erariali o se sia stato leso il diritto dei palermitani a un servizio pubblico efficiente”, aggiungono i consiglieri targati M5s che chiedono anche lumi sul perché il sindaco abbia stralciato altri 20 milioni all’Amat senza contraddittorio. Il sospetto è che il Comune stia tentando in tutti i modi di far diminuire i residui in bilancio, così da non incappare nel deficit strutturale. “Noi vogliamo tutelare il servizio pubblico rivolto ai cittadini – dice la Amella – è inaccettabile che il Comune abbia proceduto in totale assenza di contraddittorio”.

Il Movimento è anche deciso a inviare le carte alla Corte dei Conti: “I 20 milioni del 2017 che Amat deve restituire – spiegano i consiglieri – sono dovuti alla differenza tra i chilometri pagati e quelli realmente effettuati. Perché però applicare questo principio solo al periodo più recente? Se si seguirà questa linea, in totale saranno 46 i milioni da restituire per l’azienda, oltre i sette già pagati e che dovranno tornare indietro”. Un’azienda che adesso dovrà fare i conti con i bilanci: tra i 9 milioni da stralciare fino al 2016, i 20 del 2017 e il passivo già certificato l’anno scorso, si arriva a 35 milioni. Per non parlare del contenzioso da 92 milioni col Comune per la Tosap e la Tari, per il quale sono stati accantonati pochi fondi. “Qui non basta rimodulare il contratto di servizio, è il capitale aziendale a essere messo in discussione – spiega Forello – l’Amat così viene destinata al fallimento”.

“Proprio stamattina – replicano dal Comune – il Sindaco ha disposto la costituzione di un gruppo di lavoro, di cui fanno parte gli assessori competenti (Sergio Marino e Antonio Gentile) nonché i dirigenti dei settori interessati (Maneri, Basile, Mandalà, oltre all’Avvocatura comunale e la dirigenza dell’azienda, per l’avvio di una azione legale nei confronti della Regione su due versanti. Il primo è quello del mancato saldo delle somme dovute e già riconosciute e quello relativo ai tagli al contributo regionale apportati in corso di esercizio, cioè quelle riduzioni del contributo decise unilaterlamente della Regione al termine degli anni finanziari quando però i servizi erano già stati svolti. Si tratta complessivamente di almeno 60 milioni di euro; il secondo è quello del mancato riconoscimento del tram come mezzo di trasporto pubblico. La Sicilia è infatti l’unica regione che non corrisponde un contributo per l’esercizio dei tram nelle città che ne sono dotate”.

“Siamo perfettamente coscienti delle criticità vissute dall’azienda – afferma Orlando – di fronte ad una politica di tagli portata avanti dalla Regione in modo indiscriminato e privo di qualsiasi logica che non fosse quella del fare cassa sulla pelle dei cittadini e delle amministrazioni comunali. Il trasporto pubblico rappresenta un servizio essenziale sul quale l’investimento pubblico non può mancare. Confidiamo nel fatto che da parte di tutti vi sia un ritorno al buon senso, auspicando che su questo si possa al più presto avviare un confronto istituzionale”.

LE REAZIONI

“L’amministrazione non ha saputo controllare le aziende, non bisognava certificare i bilanci – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – sui conti dell’Amat non sono convinto che la situazione sia questa, ma il presidente Gristina non doveva firmare un contratto privo di copertura finanziaria. La restituzione del tram? Una forzatura. Ci sarà un contenzioso legale, ma diciamo da subito che saremo contrario all’aumento dei pass della Ztl, così come al suo allargamento. Non si fa politica con le tasse”.

“L’Amat dalla votazione del consolidato ne esce compromessa e con una nota si dice pronta a riconsegnare il tram. Non credo sia il caso di aggiungere altro, se non di bloccare immediatamente le nuove linee del Tram”, dice Fabrizio Ferrandelli. “Con la direttiva di oggi il sindaco ne certifica la morte – continua – Bisogna bloccare le nuove linee e rivedere immediatamente contratto di servizi di Amat. Lo sostenevamo da mesi, e i dati ci hanno dato ragione, che il Tram era una follia. Non buttiamo altri soldi, non condanniamo a morte Palermo”.

“Oggi si comprende in maniera chiara uno dei motivi del perché, insieme a Massimo Merighi, abbiamo fortemente voluto mettere in piedi il ricorso contro la Ztl estesa sino in via Notarbartolo – dice Marcello Robotti, presidente di Vivo Civile – La ztl serve a far vivere un tram che neanche passa nel perimetro chiuso alle auto. Una tassa occulta, come la definì lo stesso sindaco in aula, ideata insieme all’ex assessore alla mobilità a discapito delle tasche dei palermitani. Chiaramente per l’amministrazione era la ztl2 il vero obiettivo perché è il cuore economico della città, dove sarebbero stati maggiori gli introiti del “balzello”. Per fortuna il Consiglio di Giustizia Amministrativo, al quale si appellarono dopo la bocciatura del Tar, mise un freno costringendo il comune a rimodulare il perimetro con una nuova delibera, concepita anche per sfuggire alla sentenza. Sono scappati e noi non li abbiamo inseguiti, perché sapevamo che era solo questione di tempo. Oggi Amat minaccia di riconsegnare il tram a Orlando perché, scrivono tra i motivi, la ztl1 é troppo “risicata”, dimenticando però che la sentenza sulla ztl2 è solo sospesa”.

“Tutti i malumori che mi hanno poi portato a lasciare la maggioranza dipendevano proprio dalla situazione dei conti – dice Giulio Cusumano del Misto – tanto che non ho votato il primo consolidato. Sono più che mai convinto della bontà della mia azione politica“.

“Sicuramente la situazione di Amat rispetto allo stralcio di 30 milioni di crediti decisi dalla direttiva del Sindaco metterà in crisi la Società dei trasporti, che senza un adeguamento del contratto di servizio di almeno altri 8 milioni non potrà reggere la gestione del tram – dice il capogruppo del Mov139 Sandro Terrani – Certamente la Regione dovrà fare la sua parte: la Sicilia è infatti l’unica regione che non corrisponde un contributo per l’esercizio dei tram alle città che ne sono dotate”.

“Se si verificasse la restituzione, sarebbe la sconfitta peggiore del Sindaco Orlando, peggio di quella sulla mega Ztl – dice Filippo Occhipinti dei Comitati Civici – Può salvare tutto con una tassa di scopo, magari prevedendo una riduzione del biglietto su tutte le linee autobus e tram a 50 centesimi. Una scelta impopolare che non gli avrebbe permesso di essere rieletto, ma solo di salvare da certo fallimento l’Amat e tutti i suoi dipendenti”.


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