PALERMO – La riunione operativa sullo stato di salute dei ponti e delle strade di Sicilia è fissata per venerdì, ma intanto la Regione si muove e pensa “a un coinvolgimento” degli atenei dell’Isola in ottica prevenzione, oltre che all’utilizzo dei droni. L‘assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, che in questi giorni incontra anche i vertici del Consorzio autostrade siciliane per un faccia a faccia sulle condizioni delle tre arterie gestite dall’ente, fa il punto sul monitoraggio di arterie e viadotti nell’Isola ricordando che dopo i fatti di Genova Palazzo d’Orleans ha comunque “sollecitato” Anas a intervenire sul ‘Morandi’ di Agrigento, chiuso su richiesta del sindaco Lillo Firetto. Dopo aver ribadito il suo sostegno al progetto del ponte sullo stretto di Messina (“Una Sicilia con le carte in regola sotto il profilo delle infrastrutture potrà chiederne la realizzazione”), Falcone manda un messaggio al Movimento cinque stelle: “Musumeci non farà ribaltoni”.
Dopo la tragedia di Genova i siciliani si chiedono in che condizioni siano le strade dell’Isola.
“Stiamo lavorando di concerto con Anas, Cas e personale delle Province per capire lo stato di salute e le eventuali criticità di strade, ponti, viadotti e gallerie. Alla fine sarà il presidente Musumeci a decidere come procedere fattivamente in chiave prevenzione”.
Quali soluzioni ipotizzate per intervenire nel consolidamento delle opere?
“Non escludiamo l’utilizzo di tecnologie innovative come quelle dei droni, che possono essere utili in alcune fasi delle indagini e del monitoraggio delle strutture. Ma potremmo avvalerci anche delle conoscenze provenienti dalle nostre quattro università. L’idea è quella di investire negli atenei della Sicilia e coinvolgere anche ditte specializzate, ma prima di tutto bisognerà avere una mappatura esatta delle criticità”.
Venerdì vi siederete con Anas, Cas, tecnici regionali, protezione civile e Province, ma qualcosa si è già mosso sul fronte delle criticità legate ai ponti in Sicilia?
“In questi giorni abbiamo sollecitato l’Anas a intervenire sul ponte Morandi di Agrigento. Abbiamo il dovere di rappresentare all’azienda le esigenze del territorio. Oltre alle attività già portate avanti da Anas, c’è anche un compito di vigilanza da parte della Regione”.
Nonostante i fatti di Genova, lei nei giorni scorsi ha ribadito il suo parere favorevole alla costruzione del ponte sullo Stretto.
“Mi rendo conto che parlarne in questi giorni sia difficile ma quella è un’altra storia, drammatica purtroppo. Ero e resto uno dei maggiori sostenitori del ponte sullo Stretto”.
Sono in tanti a sostenere che l’opera non sia prioritaria.
“C’è una industria culturale di certa sinistra che ha diffuso una idea alterata secondo cui la Sicilia avrebbe bisogno soltanto di infrastrutture interne. Io dico che se a settembre 2019 la Sicilia dovesse avere le carte in regola su diversi nodi infrastrutturali, allora avrebbe il pieno diritto di chiedere un’opera come il Ponte che non sarebbe comunque la più importante al mondo e che si sosterrebbe da sola sotto il profilo economico in 50 anni”.
Cosa intende per ‘carte in regola’?
“L’ammodernamento della Palermo-Catania, la sistemazione della Catania-Messina e della Messina-Palermo ma anche la realizzazione della bretella Noto-Pachino. Bisognerà inoltre mettere in esercizio il passante ferroviario di Palermo e l’interporto di Catania. Se mettiamo in campo tutto questo per quella data avremo il diritto di pretendere la continuità territoriale per la Sicilia e di chiedere che vengano uniti due territori distanti tremila metri. Quei tremila metri al momento costano tre ore di tempo, mi sembra assurdo che nel 2018 non si possa pensare a un modo per ridurre questo divario. Ne beneficerebbero tutti, anche le stesse compagnie di trasporto che operano al momento sullo Stretto dal momento che i lavori durerebbero tra gli otto e i dieci anni”.
Ma intanto le strade interne della Sicilia sono un calvario per gli automobilisti. Un terzo delle strade della provincia di Palermo, come scritto da Livesicilia, avrebbe bisogno di interventi urgenti.
“La Regione ha finanziato un piano da 232 milioni di euro, di cui 142 provenienti dal ‘Patto per il sud’. Si tratta di risorse per 180 opere in tutta la Sicilia. Dopo qualche ritardo dovuto all’assenza di personale da parte delle Province, adesso stanno arrivando i primi progetti. Siamo a una cinquantina, meno di un terzo”.
Il Cas è uno dei vostri interlocutori del momento sulla sicurezza delle strade siciliane, ma è un ente ormai vicino al tramonto. All’orizzonte c’è Anas?
“La fusione darebbe vita a un nuovo attore che sarebbe tra i primi tre gestori di autostrade in Italia. Alle tre arterie gestite dal Cas (la Palermo-Messina, la Messina-Catania e la Siracusa-Gela, ndr), infatti, si aggiungerebbero le quatto autostrade amministrate da Anas: la Palermo-Catania, la Palermo-Trapani, la Palermo-Mazara del Vallo e la Catania-Siracusa. Potrebbe chiamarsi ‘Sicilia mobilità’ o ‘Autostrade per la Sicilia’, ma il nome verrà deciso dal presidente Musumeci: il 50,1% delle azioni andrebbe ad Anas e la restante parte resterebbe nelle nostre mani”.
Ha parlato di Ponte e di “continuità territoriale”, su questo tema c’è stato uno scontro con il Movimento cinque stelle. Sui collegamenti a prezzi calmierati con gli aeroporti di Trapani e Comiso hanno accusano la Regione di andare avanti “col freno a mano tirato”.
“Se i grillini vogliono parlare di vera continuità territoriale diano un segnale chiaro: non parlino di una riunione, a cui abbiamo comunque dato seguito, per lo sblocco di 30 milioni che sarebbero soltanto un pannicello caldo. A Roma hanno responsabilità di governo, facciano davvero la differenza e diano idee per un vero abbassamento dei prezzi dei biglietti: creino le condizioni, ad esempio, per un abbattimento della tassazione aeroportuale”.
E intanto il movimento offre collaborazione a Musumeci, ma per fare questo chiedono la chiusura col ‘passato’ e l’esclusione di Forza Italia dai giochi.
“E’ una azione stucchevole e strumentale. Facciano proposte serie piuttosto. Musumeci è stato eletto da una coalizione e tra i suoi valori irrinunciabili c’è la coerenza. Il presidente della Regione non farebbe mai ribaltoni nè cambi di casacca, non muterebbe mai la sua maggioranza. La sua grande forza, lo ripeto, è la coerenza: un valore che gli ha permesso di essere eletto governatore nonostante l’ondata di antipolitica che stiamo vivendo”.