Italkali, altro giro altra corsa | Meliorbanca farà da advisor

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24 Ottobre 2012, 15:27

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PALERMO – Sarà Meliorbanca, del gruppo Banca popolare Emilia Romagna (Bper), l’advisor della Regione siciliana nell’operazione di collocamento sul mercato del 51 per cento delle azioni ancora in mano pubblica dell’Italkali, l’azienda che si occupa dell’estrazione, della lavorazione e dell’esportazione del salgemma con impianti a Realmonte, Racalmuto, Porto Empedocle e Petralia.

L’istituto di credito si era già fatto avanti l’anno scorso. In particolare al primo bando, pubblicato lo scorso novembre, avevano risposto in due: il raggruppamento temporaneo di imprese tra Unicredit e Irfis, e Meliorbanca. Ma una sola offerta era stata ritenuta valida. Cosa che di fatto aveva inficiato il bando nel quale non era prevista la possibilità di aggiudicare senza un confronto.

Al secondo giro, però, Meliorbanca è riuscita a spuntarla e adesso, si legge in una nota della Regione, “il prossimo governo, nell’ambito del piano di riordino delle società partecipate, potrà procedere alla privatizzazione della società”. Ultimo tassello di una partita lunghissima, iniziata addirittura negli anni Novanta. Era il 1997, infatti, quando venne deciso di scrivere la parola fine all’esperienza fallimentare della Regione imprenditrice. Fu allora che venne varato il regolamento che avviava la liquidazione dell’Ems, l’Ente minerario siciliano, dell’Espi, l’Ente siciliano per la promozione industriale istituito sulle spoglie della Società finanziaria siciliana (Sofis spa), e dell’Azasi, l’Azienda asfalti siciliani. E nel 1998 iniziò la liquidazione delle società che facevano capo a questi tre enti, la cui nascita risale all’inizio degli anni Sessanta.

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Nel giro di pochi anni, Ems, Espi ed Azasi arrivarono a controllare direttamente il capitale di 44 società: 24 Espi, 15 partecipate dall’Ems e 5 in quota Azasi. Un sistema costato alla Regione qualcosa come 13 milioni di euro all’anno, fino al ’99 quando l’Ars approvò una legge, proposta dal governo Capodicasa, che prevedeva la liquidazione degli enti economici e la dismissione delle società collegate. Fu allora che l’intera pratica fu affidata al liquidatore unico, Alba Alessi, che avrebbe dovuto vendere tutto nel giro di cinque anni. Ne sono passati tredici, ma la partita è ancora aperta. E sul piatto, dopo diversi tentativi di vendita andati a vuoto, è rimasto proprio il 51% di Italkali (che per il restante 49% è in mano a soci privati, tra cui la Minco srl che fa capo all’avvocato Francesco Morgante e che detiene il 24,56 per cento delle azioni).

Chissà se questa volta ci si potrà alzare dal tavolo da gioco mettendo fine alla partita. Anche perché, come ha più volte ribadito Morgante, amministratore delegato della società, “Italkali continua a fare i conti con un socio di maggioranza in liquidazione”. Cosa non facile per un’azienda che deve fare i conti col mercato.

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24 Ottobre 2012, 15:27

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