Jesus Christ Superstar fa 40 anni,| ritorno in scena con dedica| a Falcone e Borsellino

di

22 Luglio 2010, 13:46

2 min di lettura

Venti scatenati ballerini, Maria Maddalena in rosso con il timbro jazz di Simona Bencini dei Dirotta su Cuba. Giuda con il volto crucciato del trionfatore di X Factor Matteo Becucci. E ancora Ponzio Pilato con l’inconfondibile voce di Mario Venuti e il barbuto Gesù di Paride Acacia. Jesus Christ Superstar, l’opera rock per eccellenza, compie quarant’anni e torna in Italia nella nuova versione, rigorosamente in lingua originale, che Massimo Romeo Piparo dedica ai martiri del nostro tempo, prima di tutti Falcone e Borsellino.

Articoli Correlati

Forse il musical più famoso nel mondo, di certo il più ardito quando nel 1970 Andrew Lloyd Webber e Tim Rice osarono narrare in chiave rock-hippie l’ultima settimana di Cristo in terra, Jesus Christ ha debuttato più volte sui nostri palcoscenici. Per Piparo stesso è un ritorno, a quindici anni dalla versione da più di un milione di spettatori con cui portò in Italia anche il celebre Giuda cinematografico Carl Anderson (oggi ricordato da un video prima dell’alzata del sipario). Proprio da quello show riparte oggi il nuovo allestimento, che dopo tre anteprime estive in Sicilia (il 31 luglio e 1 agosto a Tindari, il 3-4 agosto a Palermo e il 5 a Gela), sarà al Sistina di Roma (19 ottobre-14 novembre), allo Smeraldo di Milano (16-28 novembre) e in una lunga tournee che comprende anche molti palazzetti dello sport, proprio come i concerti rock. Protagonisti assoluti per Piparo sono infatti la musica (con orchestra in scena) e il messaggio laico del testo. “La prima idea è stata quella di provare a portare ‘veri’ cantanti in teatrò, racconta il regista, che per Erode è riuscito ad arruolare anche Max Gazzé, seppur solo nelle date romane. “Poi volevo restituire la chiave umana di Giuda, Pilato, Erode – prosegue – Sono governatori indegni. Lo stesso Giuda non capisce il sacrificio di Gesù, ma fa di tutto per salvarlo. Alla fine lo rende martire perché capisce che è lui a volere che finisca così”. Tra versi del Vangelo proiettati in video e una coloratissima scena del tempio sulla tradizione del teatro-circo, è ai martiri del nostro tempo che il regista, come già quindici anni fa, dedica la scena più intensa, quando scandite dalle 39 frustate inferte a Cristo altrettante immagini su un maxischermo ci ricordano i nostri delitti peggiori: le vittime dell’Olocausto, Malcom X, Gandhi, i soldati in Iraq e Afghanistan. L’ultima è per i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Da siciliano – dice Piparo – e da italiano che ogni tanto vorrebbe alzare la testa, dico: parliamo di quel che é accaduto e facciamo di tutto perché la luce su quella strage non si spenga”.

Pubblicato il

22 Luglio 2010, 13:46

Condividi sui social