La Carmen di Cannito | parla di immigrazione

di

06 Novembre 2008, 09:10

2 min di lettura

 E’ una Carmen intrisa di legami con l’attualità, quella in scena al teatro Massimo di Palermo. Una Carmen che in questo balletto di Luciano Cannito lascia le atmosfere spagnole, la sfarzosità dei costumi per cedere il posto a una coreografia essenziale, alla massima sobrietà dei costumi così da far parlare i corpi in una narrazione a passo di danza che cattura lo spettatore parlando un linguaggio quanto mai universale.

Infatti Carmen qui non è una bella sigaraia ma piuttosto una donna, una profuga come le tante di cui sono piene le cronache dei nostri giornali. Donne che con bambini affrontano i cosiddetti “viaggi delle speranza”, dalle coste africane verso gli approdi dell’Italia meridionale. Cannito ha proprio voluto raccontare questo dramma, quello degli immigrati che arrivano nelle nostre terre lasciando tutto per scommettere sul loro futuro. Qui s’intreccia la storia della nostra eroina, interpretata da una brava Rossella Brescia che è riuscita, sopratutto nel secondo atto, a rendere la passionalità del personaggio e della tormentata storia d’amore tra don Josè ed Escamillo. Anche questi due personaggi vengono ridisegnati nella coreografia di Cannito. Il primo è il capo della polizia che identifica gli immigrati appena sbarcati, l’altro è uno scafista.
Egregi nell’interpretazione Josè Perez e Antonio Aguila, così come tutto il corpo di ballo del teatro Massimo. Bellissime le musiche di Georges Bizet contaminate da Marco Schiavoni. Peccato soltanto che ad eseguirle non ci fosse un’orchestra dal vivo.
Un racconto che prende lo spettatore grazie a un intreccio che, giocando sul flashback, parte dalla fine, dall’uccisione di Carmen, ricostruisce tutta la storia dallo sbarco della donna insieme ad altri clandestini, evidenziando da subito il suo carattere il suo essere diversa dalle altre, passionale e sensuale per certi aspetti, forte e coraggiosa per altri. Coraggio dimostrato fino all’ultimo quando per amore di Escamillo, cui non inizialmente non vorrebbe cedere, lascia Don Josè e ritorna al campo lì dove ci sono gli altri rifugiati come lei. Una scelta che susciterà la gelosia di Don Josè che accecato dall’ira la ucciderà.
Ultima replica oggi pomeriggio alle 17,30. Il costo dei biglietti va da 7 a 60 euro, in vendita al botteghino o sul sito www.teatromassimo.it. Informazioni e prevendita 800 907080.

Articoli Correlati

di Antonella Bonura

Pubblicato il

06 Novembre 2008, 09:10

Condividi sui social