La colpa di Davide: temere Golia |Palermo assente con la Juventus

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30 Novembre 2015, 09:30

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PALERMO – Involuzione. Sarebbe sciocco farne una questione di risultato, malgrado un divario probabilmente eccessivo per quanto si è visto in campo, ma di prestazione sì. Quando l’obiettivo stagionale è la salvezza, una sconfitta contro la Juventus si può mettere nel conto. Su questo non si discute. Tuttavia se l’atteggiamento è quello di una squadra passiva, impaurita, che bada solamente ad attendere l’avversaria anche quando si ritrova in svantaggio, il timore che la bella gara disputata all’”Olimpico” con la Lazio possa essere stata una circostanza episodica rischia di prendere corpo. Nonostante i proclami della vigilia, la necessaria controprova ha disertato la serata di gala.

Un passo indietro per il Palermo nella sfida disputata contro i campioni d’Italia, che al “Barbera” hanno ribadito con forza l’intenzione di continuare la loro rincorsa per non abdicare dopo quattro stagioni di dominio incontrastato. I rosanero hanno avuto il demerito di non forzare neppure dopo la rete di Mandzukic che ha spezzato l’equilibrio instabile perdurato per poco meno di un’ora. Al di là dei meriti attribuibili agli uomini di Allegri, ai padroni di casa è parsa fare difetto la convinzione nelle proprie qualità. Escludendo l’ordinaria amministrazione di rilanci e appoggi al compagno più vicino, mai Buffon è stato costretto a intervenire neppure per prevenire pericoli potenziali.

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Al contrario di quanto dichiarato sabato da Ballardini in conferenza stampa, il Palermo non è stato in grado di competere con la Juventus. Proprio perché è venuto meno quell’atteggiamento che invece si era visto a Roma. E non ci si può appellare neppure all’alibi di un’andatura vertiginosa imposta al match dalla Vecchia Signora: al netto di rare accelerazioni, la condotta di gara dei bianconeri mirava ad abbassare i ritmi per rifugiarsi nel porto sicuro di un palleggio ben più armonico rispetto a quello nervoso e spezzettato faticosamente contrapposto dai padroni di casa, adesso costretti a guardarsi alle spalle. Il Frosinone è a un passo e i due punti di vantaggio sul Bologna terzultimo non consentono di dormire sonni tranquilli.

Tra le poche note liete di una serata da dimenticare, la conferma su buoni livelli di Edoardo Goldaniga: alla seconda partita da titolare in Serie A l’ex centrale del Perugia si è battuto con personalità contro avversari di levatura internazionale. Tra i quali va doverosamente incluso l’ex Dybala, autore di una prova eccelsa impreziosita dall’assist in occasione del primo gol ospite. Maturità tattica e qualità tecniche indiscutibili volgono verso la definitiva consacrazione di una promessa divenuta fuoriclasse. Ancora una gara da applausi in un “Barbera” che gli ha riservato qualche fischio di troppo magari per divergenze di natura cromatica, ritenendo che con il nero stia bene un solo colore: il rosa. Ma non tutto lo stadio era di questo avviso.

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30 Novembre 2015, 09:30

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