Una crisi che si può superare. Giusy Savarino, deputata di Diventerà Bellissima, non sembra avere dubbi in merito. Musumeci riuscirà a rimettere insieme i cocci della maggioranza. Savarino non teme la possibile discesa in campo del sindaco di Messina, Cateno De Luca, e smonta la formula del modello Draghi da applicare alle amministrative e alle regionali. Da presidente di Commissione apre alla possibilità di trovare una sintesi sul ddl rifiuti ma senza mezzi termini considera le aspre critiche ricevute dalle opposizioni “l’inizio della campagna elettorale”.
Onorevole, il governo Musumeci riuscirà a superare la situazione di impasse che si è palesata dopo il voto in aula sulla finanziaria?
“Sì, il presidente Musumeci ha già avviato diverse interlocuzioni in maniera riservata e diretta: non c’è niente che non sia superabile. Del resto, la finanziaria, come hanno scritto i capigruppo in una nota congiunta, ha visto uno sforzo enorme da un testo presentato dal governo che prevedeva circa 50 articoli e che è lievitato fino a contenerne 150. E’ chiaro che questi emendamenti in più non erano solamente del governo ma di tutte le forze politiche: maggioranza e opposizione. Forse si doveva fare un filtro più attento perché quando è arrivato in aula c’erano articoli non condivisibili da tutti e questo ha creato nervosismo in aula e si è visto anche all’esterno, ma niente che Musumeci non stia già superando con i leader dei partiti di centrodestra”.
Eppure, ieri il sindaco Cateno De Luca che appartiene all’area politica e culturale del centrodestra ha annunciato la sua discesa in campo in caso di una ricandidatura di Musumeci.
“De Luca mi sembra un battitore libero, non gli do un’appartenenza partitica. Mi sembra un altro Crocetta che era di sinistra e senza partito: un po’ una macchietta. E la stessa cosa mi sembra De Luca nell’area del centrodestra. Non mi pare stia risvegliando grandi entusiasmi né tra i partiti, né tra le forze di centrodestra. Probabilmente chi lo conosce lo evita”.
Alcuni vostri alleati potrebbero essere invece tentati dalla proposta avanzata da diversi animatori del grande centro di metter su una sorta di Grosse Koalition sulla falsa riga del modello Draghi?
“Io vengo da lì. Vengo dal centro e conosco bene le storie e gli uomini. E conosco bene l’utopia di costruire il grande centro. Che si costruisca un grande contenitore che metta insieme esperienze simili è giusto. Ma il modello Draghi laddove c’è l’elezione diretta non può funzionare perché c’è un vincitore certo e dei vinti certi. Ecco perché Orlando si è messo a ridere e perché alla Regione la proposta non è condivisibile. Quando c’è l’elezione diretta ci sono chiaramente dei vincitori e dei vinti. Si può certo dialogare per le riforme, come del resto stiamo facendo, ma non si può chiedere alle forze politiche che hanno vinto di cancellare l’espressione degli elettori”.
A proposito di riforme, molte critiche sono arrivate da parte di alcuni pezzi dell’opposizione al testo di riforma dei rifiuti che lei ha seguito da vicino in qualità di presidente di Commissione. Secondo lei ci sono dei margini per accogliere alcune critiche e approntare delle modifiche?
“Non smetterò mai come presidente di Commissione di ascoltare e mediare. L’ho sempre fatto come nel caso della riforma più importante approvata cioè quella dell’urbanistica. E’ chiaro però che il segnale che arriva dalla conferenza stampa è che siamo in piena campagna elettorale”.
Perché?
“Se le critiche sono quelle di Fava sulla mancanza degli impianti che dipende, dal piano regionale dei rifiuti che è stato già approvato e non dalla legge che si occupa della gestione, e quando si dice che bisogna rendere pubblica la gestione dei rifiuti vuol dire che non si è letta la riforma. Infatti la riforma di Musumeci prevede proprio questo: che gli enti diventino pubblici e siano più trasparenti. Inoltre, non capisco cosa accomuni i due deputati più attenti: Trizzino e Barbagallo. Trizzino continua a chiedere che gli enti si riducano almeno a 5, Barbagallo in commissione ha chiesto di mantenere 18 enti in tutta la Sicilia mentre la Corte dei Conti ha chiesto di ridurli almeno a livello provinciale così come è previsto dal codice dell’ambiente per cui non è facile capire qual è l’alternativa che propongono, ma è facile capire che siamo in campagna elettorale. Io porterò avanti ulteriori mediazioni, consapevole però del fatto che siccome sono in campagna elettorale risolto un problema ne troveranno un altro”.
A proposito di campagna elettorale, Diventerà Bellissima troverà una sponda con un partito nazionale?
“Noi siamo stati cercati da diverse forze politiche nazionali e il dibattito è aperto. E’ chiaro che un po’ si è spento quando si sono allontanate le elezioni nazionali perché c’è meno interesse e meno stimolo. Il nostro movimento cresce, è attrattivo e si sta radicando. Stiamo lavorando a un nuovo congresso per eleggere i nuovi vertici regionali e provinciali. Questo e il fatto che siamo una delle forze politiche più attive in Assemblea ci rende attrattivi e fa sì che il movimento possa essere attrattivo anche per i partiti nazionali. Devo dire che anche noi abbiamo l’interesse ad avere una interlocuzione forte con un partito nazionale per portare a Roma i nostri temi e i nostri uomini. Si vedrà, c’è tempo. E’ importante continuare il nostro lavoro per la Sicilia e fare sentire a Roma la nostra voce”.