La denuncia di Lorefice, le reazioni per Lagalla: cosa ha detto il Festino

La denuncia di Lorefice, le reazioni per Lagalla: cosa ha detto il Festino

Il racconto del quattrocentesimo. Con due protagonisti

PALERMO – All’una di notte, com’è consuetudine da tempo immemorabile, i fuochi d’artificio hanno chiuso il sipario sul quattrocentesimo Festino. Una bella sceneggiatura, organizzata dal ‘Balich Wonder Studio’.

Nella grande manifestazione di Palermo sono emerse, in forza del rito, due figure: quella dell’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice, quella del sindaco Roberto Lagalla. Cosa ci ha proposto, a riguardo, il Festino?

Cominciamo dal sindaco che, per quanto abbiamo ascoltato in diretta, ha ricevuto soprattutto applausi ai margini del suo “Viva Palermo e Santa Rosalia!”. Forse non sarà un fatto troppo rilevante per l’indice di gradimento complessivo, data la vastità delle complicazioni cittadine da affrontare. Forse la maestà della Santuzza ha frenato gli spiriti più critici.

Tuttavia, se dovessimo dare alla circostanza un colore politico, potremmo, con cautela, concludere che il credito del ‘Professore’ – alla stregua di Leoluca Orlando e diversamente – ha ancora buone carte da giocare, nonostante i tanti problemi di Palermo.

La memoria che rimarrà con più incisività è stata affidata alla voce dell’arcivescovo, al suo lucido e appassionato messaggio.

Don Corrado è stato chiarissimo. Del resto, la sua esperienza di Pastore, a Palermo, è caratterizzata da prese di posizioni molte nette. Questa la annoveriamo tra le più intense, nel chiedere la conversione dei mafiosi, il contrasto vero alla droga. Nel sottolineare le inadempienze della politica.

Chiediamo con forza e determinazione – ecco le parole rivolte alle istituzioni – che si adoperino concretamente e celermente ad approvare il Disegno di Legge, nato dalla strada, da incontri fecondi di amore alla città, a Ballarò, per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze patologiche”.

“Decreto che io stesso ho consegnato l’anno scorso a luglio, insieme alle diverse realtà civili, ecclesiali e universitarie, che lo hanno stilato. E’ passato un anno e ancora nulla!”.

Il nulla chiamato in causa deve diventare qualcosa. Ma non c’è affatto bisogno di attendere il prossimo Festino. Si può cominciare subito.

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