MAZARA DEL VALLO (TRAPANI)– Ovunque tu sia, cara Denise, (ci associamo alla lettera che tua mamma ti ha scritto, di cui diremo fra poco), non sarai più come quando ti abbiamo perso di vista e sei sparita. Un attimo è bastato, perché basta un attimo per cancellare un mondo di affetti. Sono passati dieci anni dal primo settembre 2004, dalla data della tua scomparsa. E forse si può fare ben poco, quasi nulla. Il Comune di Mazara del Vallo ha deciso di piazzare una stele vicino alla scuola che frequentavi. E’ un piccolo segno per continuare a esprimere speranza, nonostante tutto. Non è un monumento alla memoria, è uno stratagemma per sentirti viva, fisicamente presente, come dice la tua mamma Piera che crede sempre di poterti riabbracciare.
La traccia giudiziaria, come le indagini, procede. C’è un processo d’appello. Jessica Pulizzi, la sorellastra di questa storia, è stata assolta in primo grado dal Tribunale di Marsala. “Costrutto accusatorio sorretto da un numero modesto di elementi indiziari, ciascuno peraltro connotato da forte ambiguità; intrinsecamente caratterizzato da non trascurabili momenti di inverosimiglianza e convivente con molteplici ipotesi alternative”. Così un passaggio delle motivazioni.
La vicenda è piantata come un chiodo nel cuore. Le carte giudiziarie sono una fotocopia della sofferenza. Tutto ruota intorno alla figura di una bambina che giocava davanti casa, inghiottita nel nulla. Sussurri e letteracce anonime riferiscono che non c’è più speranza. Parlano di sepolture. Indicano fantomatici luoghi tra qui e altrove. Piera Maggio non cede alla rassegnazione: “Noi crediamo che Denise sia ancora viva. Non ci sono prove che sia morta”. No, non ci sono prove. C’è un sentimento di fiducia, un legame che è labile, per chi osserva dall’esterno, ma è irresistibile nell’anima di una madre.
Piera ha scritto una lettera: “Ciao tesoro mio, tu forse non ti ricordi di me, io sono la tua mamma, mi chiamo Piera. Sono trascorsi dieci lunghi anni senza poterti vedere senza poterti abbracciare e coccolarti come spesso facevo, mi manchi tantissimo. Oggi sarai diventata una bellissima signorina di quasi quattordici anni, che sicuramente non conosce la sua vera identità. Ti chiami Denise, questo è il tuo vero nome, ti abbiamo fortemente voluta, sei nata a Mazara del Vallo in Sicilia, poi all’età di quasi quattro anni, delle cattive persone ti hanno portata lontano da noi, strappandoti dal nostro amore, facendoci soffrire lasciandoci nell’angoscia più totale. (…) Ricordi, prima di andare a letto ti raccontavo la favola, tu recitavi le preghierine in compagnia del tuo angioletto Serafino, e dopo beatamente ti addormentavi senza troppe storie. (…) Denise, sei sempre nei nostri pensieri, nei nostri cuori, hai lasciato un vuoto immenso in noi, manchi tantissimo al tuo papà e a tuo fratello che ha tanto sofferto la tua assenza. (..) Io non mi arrendo, noi non ci arrendiamo! E assieme a me, tutte le persone che ti vogliono bene e che attraverso noi, hanno imparato a conoscerti!!! Ovunque tu sia spero che tu stia bene e che ti senta amata come avremmo fatto noi”. Questo resta, tra una mamma e sua figlia: tutto l’amore che c’è.