01 Marzo 2018, 20:51
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PALERMO– “Dottore, non ci sono problemi, venga quando vuole. Possiamo parlare di tutto, ma non di politica, per quello c’è il gran maestro. Noi siamo trasparenti”. La voce, al telefono, è cordiale, con un filo di cautela, perché non si sa mai, perfino nell’esigenza di aprirsi e svelarsi un tantino.
Qualche giorno fa, infatti, era giunto, via mail, l’avviso di scoperchiatura di una mitologica segretezza: “Per la prima volta e per un solo giorno all’anno il Grande Oriente d’Italia apre le porte dei suoi templi al pubblico. Giovedì primo marzo, i massoni siciliani accoglieranno tutti gli interessati nelle case massoniche di Palermo, Catania, Ragusa, Siracusa, Enna e Campobello di Mazara, in occasione del giorno della fierezza massonica. L’evento è stato voluto dal Gran Maestro Stefano Bisi, esattamente un anno dopo la perquisizione e il sequestro degli elenchi con il nome dei Fratelli della Calabria e della Sicilia da parte dei finanzieri dello Scico per la Commissione Antimafia nella sede del Vascello, a Roma”. Annotazione conclusiva: “Un’occasione per comunicare la bellezza della nostra plurisecolare opera per l’elevazione dell’Uomo e per il Bene dell’Umanità”. Parola di gran maestro.
Ecco, allora, la massoneria che dice di volersi mostrare. A margine, le note polemiche e i ventilati sospetti, datati o recenti, con le difese, che si affollano, da sempre, intorno all’associazione. Un dedalo di deduzioni e controdeduzioni. Gli ultimi capitoli? Proprio le prese di posizione della Commissione Antimafia, seguite da una serie di repliche.
Ma qui, la domanda che prende, alla lettura della missiva, è un’altra: come sarà una casa massonica, vista da vicino?
Quella di Palermo si trova a piazzetta Speciale, proprio dietro piazza Bologni. E’ una serata sulfurea e sciroccosa, perfetta per un’eco palpabile di mistero. Un po’ di pioggia, tra le bellezze e le macerie del centro. Nella scorciatoia che conduce a destinazione, i passi risuonano spettrali. Tutti insieme piombano alla mente ‘Angeli e Demoni’, ‘Dottor Jekyll e Mister Hyde’ e i finali truculenti di Dario Argento. Sbuca, a sorpresa, nell’immaginario, pure Sandokan, mentre ammazza la tigre, come bonus. Un caos di inappropriate mescolanze e leggendarie fantasmagorie, suggerito dall’atmosfera e dalle sue libere associazioni.
Eccola, la casa massonica di piazzetta Speciale. Un antico portone, sotto un lucernario. Qualcuno attende il suo turno in fila. Uno slargo. Una faticosa scala. Un’anticamera.
All’ingresso, c’è chi fornisce qualche dato: “In Sicilia abbiamo circa duemila e trecento iscritti, divisi per novantasette case. Ci riuniamo con frequenza variabile”. Per fare che? “Come per fare che? I nostri riti..”.
Scusate, ma chi viene qui a iscriversi? E uno già pensa a fumose riunioni di, più o meno, vegliardi. Qualcun altro specifica: “Abbiamo registrato un notevole incremento, soprattutto negli ultimi tempi. Lei si sorprenderebbe nello scoprire quanti giovani ci cercano. Sotto i ventotto anni non pagano la quota associativa”. E cosa cercano quelli che vi cercano? “La soluzione all’inquietudine interiore”.
Ecco la sala maggiore. Per essere, è suggestiva. Una statua in posa eroica (“Quello è Ercole”). Altre figure (“Quelle sono Minerva e Venere”). Piastrelle bicolori. Un candelabro. Una specie di pulpito. Intorno, un coro di sedie. “Lì, si mette il maestro. Qui si posizionano il primo e il secondo vigilante”. Tendine azzurrine. La sigla di prammatica: “A.G.D.G.A.D.U. Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo”. Ma qua che ci fate? “Ci facciamo i riti, no?”. E questo architetto chi sarebbe? Sul punto esiste una nutrita pubblicistica.
Nel frattempo, i locali si riempiono. Alle sei del pomeriggio, ora d’apertura, non c’è tanta gente, però neanche poca.
Marisa è in un gruppetto ad angolo, con Rosamaria e Cristiano. Come mai siete qui? Cosa cercate voi, invece? “E’ stata lei a insistere”. Il gruppetto indica proprio Marisa. Che spiega: “Sono interessata. E’ un mondo che non conosciamo, che ci affascina, un po’ chiuso. Vorremmo saperne di più. Che c’è lassù?”.
Perché rovinare l’urgenza della sorpresa, resa più stuzzicante dalla curiosità? La risposta, perciò, è un misteriosissimo dito a fior di labbra, tra il dottor Jekyll e Sandokan.
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01 Marzo 2018, 20:51