Antonio Orlando, fratello di Leoluca, sindaco di Palermo, era un uomo gentile, colto e austero. Non aveva la stessa natura espressiva, fra comizio e palcoscenico, di ‘Luca’, che amava riamato – raccontano – con trasporto e discrezione. Le foto, sparse qua e là sul web, restituiscono il profilo di un gentiluomo dal tratto un po’ londinese.
Lo conoscevano e gli volevano bene i retini della prima ora. Lo conoscevano i palermitani che avevano frequentato la ‘casa di Luca’, negli anni giovanili della protesta e del tentativo della costruzione di un nuovo mondo. E tutti riportano il senso di una stima e di un calore umano che si sono trasformati in dolore nell’ora della scomparsa.
Raccontano: “Le conversazioni con lui erano sempre piacevoli. Stava vicino a Luca con impegno e affetto, ma sempre con discrezione”. E ancora: “Adorava suo fratello Luca, ma stava dietro le quinte pur sostenendolo senza riserve. Un grande dolore per lui la morte della moglie alcuni anni fa”.
Perdere un fratello è un’esperienza particolare nella casistica delle separazioni. I rapporti, spesso, ondeggiano dall’amore alla ferocia, a prescindere dal caso specifico, per ricongiungersi in un amore feroce. Nell’allontanarsi da un fratello, più che altrove, campeggia un senso irrequieto di incompiutezza, qualcosa che poteva essere detto e non lo è stato, qualcosa che doveva essere fatto ma non è accaduto.
Ma tutto poi si ricompone quando non te l’aspetti più. E quel fratello che credevi perduto diventa l’amico perenne, anche se invisibile, del viaggio. Ad Antonio, a Luca e alle loro famiglie va il nostro più affettuoso abbraccio.