PALERMO – La Regione non paga le bollette. Così, rischia di restare al buio. E con i telefoni spenti. La storia, che ha un po’ dell’incredibile, in realtà, è messa nero su bianco nelle tre pagine di una delibera di giunta dello scorso 9 ottobre. Dal titolo inequivocabile: “Definizione situazioni debitorie per forniture di energia elettrica e telecomunicazioni – mandato ai dipartimenti regionali”. Ma questa “definizione” rischia di arrivare troppo tardi. Oltre a un debito accumulato già al 31 dicembre del 2012, pari a circa 4 milioni di euro (tra utenze Enel e Telecom), i dipartimenti regionali hanno accumulato un ulteriore e più corposo (sebbene le cifre non siano palesate nella delibera) debito nei primi otto mesi del 2013. Mesi in cui poche bollette sarebbero state effettivamente saldate. E molte di queste, in ritardo. Altri cinque milioni di debito, trapela dall’assessorato, spiccioli più o spiccioli meno. E fanno nove.
Così, ecco che lo “spettro” del taglio delle utenze, così come accade solitamente, al comune cittadino moroso, è dietro l’angolo. E l’allarme è lanciato dallo stesso governatore Crocetta, che firma la delibera dalla quale emerge l’inquietante passaggio: “Sia Enel che Telecom stanno avviando le procedure per la sospensione dei relativi servizi”. Un’”allerta” , del resto, già lanciata dall’assessore alla Funzione pubblica Patrizia Valenti, in una lettera indirizzata al presidente della Regione e allegata alla delibera stessa.
Insomma, la Regione non paga le bollette. Ma adesso, deve sbrigarsi. L’allarme adesso è “rosso”. Ed è il frutto di un’escalation di richieste, tavoli, incontri, “solleciti”. Tutti riassunti nella delibera di una settimana fa: “Alla fine del mese di agosto – scrive il governo Crocetta – nessuna determinazione è risultata attuata in relazione al pagamento del debito relativo al 2012, si è registrato inoltre un significativo rallentamento dei pagamenti relativi al 2013 da parte dei dipartimenti regionali, con il conseguente aumento del debito verso i fornitori ed il rinnovato inoltro di solleciti e diffide”.
A questo punto, l’assessorato alla Funzione pubblica, dopo aver sollecitato “con nota del 23 agosto 2013″ il pagamento delle fatture, ha richiesto all’assessore regionale per l’economia un incontro per la definizione delle situazioni debitorie.
Incontro che sfocia in un “tavolo tecnico” del 13 settembre 2013 “nella seduta è stata ribadita – si legge sempre nella delibera – la necessità di attivare con urgenza le procedure di pagamento del debito relativo ai primi otto mesi del 2013 ed inoltre è stato richiesto a tutti gli attuali centri di spesa l’elenco degli importi delle fatture da liquidare emesse e scadute nel suddetto periodo 2013 per il monitoraggio dei pagamenti”.
Ritardi, questi, che hanno anche arrestato il progetto del governo di “centralizzare” le utenze, come strumento di spending review. Ancora inattuato, quindi. Ma il peggio, ovviamente, potrebbe persino arrivare. “A fronte dell’eccessivo protrarsi della situazione debitoria pregressa e del ritardo nei pagamenti del 2013, – si legge nella delibera – sia Enel che Telecom stanno avviando le procedure per la sospensione dei relativi servizi”. Stanno, insomma, “tagliando” le utenze della luce e del telefono. Alla Regione.
E del resto, il “conto” presentato da Enel e Telecom è piuttosto salato. Nonostante le due aziende si sarebbero proposte persino di applicare uno sconto alla Regione. Una transazione, almeno per i debiti accumulti nel 2012. Enel Energia, ad esempio, lo scorso 17 settembre, a fronte di un credito vantato di 3,562 milioni di euro, ha proposto il pagamento in unica soluzione di 3,262 milioni. Un “saldo” che avrebbe consentito alla Regione di risparmiare 300 mila euro. Lo stesso giorno, arriva la proposta di transazione di Telecom Italia che vanta un credito di 991 mila euro. E ha proposto uno sconto di quasi 50 mila euro.
Ma la Regione non potrà godere di questi “saldi”. Visto che “l’ipotesi transattiva – scrive l’assessore Patrizia Valenti – comporterebbe un inevitabile allungamento dei tempi, in quanto la transazione deve necessariamente seguire un iter più complesso e deve essere supportata dal parere dell’Avvocatura. E ciò porterebbe al rischio di interruzione del servizio”.
Ma la delibera del 9 ottobre scorso, proposta da Patrizia Valenti, punta proprio a scongiurare questa eventualità, che avrebbe dell’incredibile. E la soluzione scelta dal governo è quella di “pescare” negli altri capitolo di bilancio dei vari dipartimenti. Insomma, i soldi verranno presi da pezzi di bilancio destinati ad altro. “In modo da scongiurare – si legge nella delibera – il rischio di interruzione dei relativi servizi”. Come quando si rompe il salvadanaio, per evitare conseguenze più spiacevoli.