La rivoluzione grillina| e quella mancata di Ingroia

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26 Febbraio 2013, 17:34

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PALERMO – A poche ora dall’ufficialità dei risultati delle elezioni politiche abbiamo raccolto le opinioni di cinque illustri giornalisti siciliani. Il direttore di Panorama Giorgio Mulè vede in Rivoluzione civile la formazione sconfitta: “Ingroia che aveva una proposta alternativa a Grillo se ne torna con le pive nel sacco. Anche a Palermo ottiene meno del 5%, mentre il M5S raddoppia i risultati delle elezioni regionali”. Mulè commenta positivamente le tenuta del Pd: “Si deve ricredere chi temeva contraccolpi interni dopo il caso Crisafulli, che anzi è stato di parola e ha dimostrato il proprio attaccamento al partito. Tramonta invece la stella di Fli, così Fini, Briguglio e Granata celebrano il funerale di una forza politica che esce fuori dai radar nazionali”.

Il vicedirettore de Il Foglio Giuseppe Sottile punta invece l’accento sul risultato deludente di Crocetta: “Ormai i leader – afferma – durano appena due mesi. Lo testimonia il disastro della sinistra in Sicilia. La fanfaronate di Crocetta hanno mostrato di aver il fiato molto corto. La sconfitta è anche della sinistra che si era aggregata intorno a a lui. Nella galassia del centrodestra Lombardo paga il malgoverno e Micciché le sue indecisioni negli ultimi mesi. La gente potendo scegliere ha optato per quello che è il prodotto originale, ovvero Berlusconi”.

Felice Cavallaro, inviato del Corriere della Sera, parla del successo grillino. “Mi interessa sottolineare un elemento, visto che vedo un Paese allarmato da Beppe Grillo. Invito a guardare in faccia le storie e le iniziative dei quindici deputati regionali siciliani. Sono persone normalissime che hanno costretto i loro colleghi a cambiare certe atteggiamenti e metodi nel fare politica. Probabilmente se Linda Vancheri o Nelli Scilabra vanno a votare in pullman e non in auto blu è anche merito loro”. Un giudizio positivo dunque legato al boom a cinque stelle: “Ben venga un voto di rinnovamento – sostiene – che dia ossigeno ad una politica vecchia e rugosa. In tempi andati questa voglia di cambiamento si era espressa in modo più violento, per questo dobbiamo essere riconoscenti al Movimento cinque stelle, che catalizza la protesta in un contenitore democratico”.

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Il direttore del Messaggero Virman Cusenza ragiona sui risvolti di quanto accade fra Palazzo d’Orleans e Palazzo dei Normanni, con i suoi riverberi sulla scena nazionale. “Il tempo ha lavorato più a favore dei grillini che di Crocetta – dice -. Il consenso del presidente della Regione si è rinsecchito. Oggi la Sicilia è tornata nel suo alveo principale, in cui la coalizione maggioritaria è quella di centrodestra. Possiamo dire che quanto successo alle regionali ha fatto scuola, a partire dal consenso attirato dai grillini e finendo con la convergenza fra centro e sinistra. Il dato in più è quello del Pdl che è resuscitato”.

Il neo responsabile dell’edizione palermitana de La Repubblica focalizza invece tre temi: il boom di Grillo, la frattura fra Pd e Crocetta e la sconfitta del centro. “C’è una frattura fra il Pd ed il governatore – dice Enrico Del Mercato -. I democratici si aspettavano molto di più dal Megafono, lo stesso Crocetta si aspettava di andare oltre la doppia cifra. Intanto il centro si estinto. Possiamo parlare dell’estinzione dei grandi democristiani, a partire del partito di Totò Cuffaro”.

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26 Febbraio 2013, 17:34

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